Val Mara: un futuro comune

L’opinione di Gian-Luca Lardi pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 13.10.2020

L’opinione / Gian-Luca Lardi*

Val Mara: un futuro comune

Il 18 ottobre i cittadini di Arogno, Maroggia, Melano e Rovio potranno esprimersi sul progetto di aggregazione che – se accettato – darebbe vita a un Comune «ponte» fra l’ormai grande Lugano e la grande Mendrisio. Nel nostro cantone ogni votazione sulle aggregazioni comunali fa scaturire intense discussioni legate all’identità di paese. Sebbene i cittadini vivano ormai da secoli in un contesto federalistico formato da Svizzera, Canton Ticino e Comune, quest’ultimo livello istituzionale viene spesso venerato come una vacca sacra intoccabile, dove ogni cambiamento debba portare a un vuoto di identità. Un campanilismo romantico e più che comprensibile, un canto delle sirene al quale però – a mio modo di vedere – facciamo bene a resistere.

Negli ultimi decenni la gestione e l’amministrazione di un Comune è diventata sempre più laboriosa e complessa. Indipendentemente dalla grandezza del Comune, i suoi organi devono muoversi in un quadro giuridico, tecnico e amministrativo che richiede ormai specialisti in ogni settore. Più piccoli sono i Comuni, più grandi sono le difficoltà cui far fronte. Il Comune di Rovio ha impiegato quasi un decennio (e parecchie risorse finanziarie per consulenti esterni) per uscire da un periodo di gestione a cavallo del millennio che ci ha mostrato quanto siano irrinunciabili le competenze nelle istituzioni. Oggi il nostro Comune ha fatto ordine in casa propria, ma con 850 abitanti è un’illusione pensare a un futuro indipendente a lungo termine. La fusione dei quattro Comuni della Val Mara e Basso Ceresio è forse l’ultima possibilità per mantenere una propria autonomia comunale fra i poli di Lugano e Mendrisio.

È possibile che la lista degli investimenti contenuta nello studio di aggregazione manchi di realismo. Così come è condivisibile la critica che il processo di aggregazione avrebbe dovuto coinvolgere di più anche le voci critiche, ma chi si è trovato a dover gestire questo progetto in tempi relativamente stretti ha optato per compromessi come lo si deve ormai fare in tutti gli ambiti. Nella mia ottica l’aggregazione permetterà – a medio termine – di offrire a cittadine e cittadini servizi migliori a parità di costi. È invece innegabile che nei singoli paesi i clan familiari non avranno più lo stesso potere che hanno avuto in passato. Le diatribe fra influenti famiglie – spesso scaturite decenni fa ai tempi della prima pianificazione territoriale – non potranno più bloccare per anni progetti di infrastrutture necessarie allo sviluppo dei paesi. Ma questi sarebbero svantaggi? Ritengo sia arrivato il momento di guardare al futuro dando la priorità al bene comune invece che ai privilegi di pochi, pertanto voterò convinto a favore dell’aggregazione.

L’opinione / Gian-Luca Lardi*