Articoli di giornale

«Fusioni diventate difficili»

CORRIERE DEL TICINO, 20.10.2020. IL PIANO CANTONALE / Diversi «buchi» nella mappa disegnata da Bellinzona Della Santa: «Se la barca non sta affondando i cittadini sono meno ricettivi»

L’immagine del puzzle complicato non vale solo per il Vedeggio. Possiamo estenderla a tutto il distretto, se confrontiamo l’ultima versione del Piano cantonale delle aggregazioni (2018) con la situazione attuale. Alcuni progetti sono andati in porto, ma restano diversi «buchi» sulla mappa. Ci sono Comuni che non hanno alcuna intenzione di perdere la loro autonomia e «resistono», come Paradiso, Mezzovico-Vira e Grancia. Ci aggiungiamo Bissone (uscita dal progetto Val Mara) e Melide (riluttante ad andare con Morcote e Vico Morcote, che proseguono da sole). Sola potrebbe rimanere anche Arogno ai piedi del Sighignola (deciderà il Gran Consiglio se integrarla in Val Mara) mentre a Sessa una petizione ha ribaltato il voto popolare facendo includere il Comune nel neonato Tresa. Poi ci sono i progetti bocciati alle urne (Bedano-Gravesano, Muzzano-Collina d’Oro, Bioggio-Aranno-Cademario, Manno-Alto Malcantone) e quelli che non ci sono ancora arrivati. L’opzione Medio Vedeggio per il Cantone è «cancellata», ma non è detto che Torricella-Taverne e Bedano vogliano unirsi, come suggerito, a Malcantone Est, dove Agno, Manno e Bioggio collaborano tanto ma di fusione parlano poco. Stesso discorso per la Collina Nord, tenuta d’occhio da Cadempino e Lamone. Tanti pezzi ancora nella scatola. Marzio Della Santa, capo della Sezione Enti Locali, riconosce che metterli insieme è diventato più difficile. «Siamo sempre più confrontati con fusioni di opportunità, piuttosto che di necessità. E opportunità significa ambire a qualcosa che un singolo Comune, da solo, non può fare. Ma per far passare questa visione bisogna trascinare i cittadini». Fare buona comunicazione, parlare al cervello ma anche al cuore. «È uno degli aspetti più difficili – conclude Della Santa – Le persone sono ricettive quando la barca sta affondando. Meno se si tratta di passare da una barca a remi ad una col motore».

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Fusione Val Mara? No Grazie

L’opinione di MIRIAM CLEMENTE ACQUISTO* pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 16.10.2020

FUSIONE VAL MARA? NO GRAZIE

In queste ultime settimane vi è un susseguirsi di articoli nei quotidiani dove i fautori dell’aggregazione non lesinano nell’evidenziare quanto questo progetto possa essere ottimale per i Comuni interessati (progetto Val Mara, n.d.r.). Questa continua presa di posizione – con articoli, invio spasmodico di materiale informativo e quant’altro – è forse sintomo di qualche incertezza? È vero che probabilmente in un futuro la strada da percorrere sarà questa, ma trovo che il momento non sia ancora giunto. Come già evidenziato da chi ha preso posizione prima di me, sarà il nuovo Municipio a decidere quali progetti portare avanti e quali invece «parcheggiare» o quale via intraprendere per altri servizi da fornire all’utenza. È compreso il tanto temuto moltiplicatore d’imposta. Una situazione che lascia qualche perplessità visti gli investimenti prospettati e l’attuale crisi epidemiologica in corso, che nessuno sa quanto possa ancora durare. 

Nel futuro Esecutivo non vi è possibilità di avere una rappresentanza certa del proprio Comune. Ciò può portare a non far parte dello stesso e dunque a non avere il giusto peso. Con un gremio a sette tecnicamente ogni ente locale dovrebbe avere almeno un municipale, ma il condizionale è d’obbligo. Bene sarebbe che i Comuni interessati portino a termine i progetti in corso. A Maroggia ve ne sono diversi, rinaturazione del torrente Val Mara, riqualificazione di foce e lido con edificazione di un nuovo stabile balneare, attracco per il battello, acquisizione del terreno ex collegio Don Bosco, stabile ex Coop e altro ancora.

Aggregazioni o fusioni di regola portano a un’ottimizzazione di costi d’esercizio e logistica e malauguratamente tagli di personale. Nel nostro caso i decantati maggiori servizi giustificheranno il fatto che tutto il personale viene ricollocato ma chiaramente con funzioni diverse da quelle attuali, ma sempre con la stessa classe di stipendio. Anche nuovi progetti in ambito aggregativo, per esempio il nuovo porto intercomunale a Melano andrà a discapito di Maroggia che ha già un suo porto ben funzionale.

Considerato che questa è un’aggregazione di comodo e dunque non imposta da nessun organo superiore, sono del parere che si possano, qualora fosse necessario, avere delle buone collaborazioni intercomunali come già peraltro avviene e dunque mantenere ognuno la propria identità e autonomia decisionale in casa propria e non diventare un anonimo quartiere. Il progetto aggregativo può essere tranquillamente messo a riposo e eventualmente ripreso e affinato qualora fosse strettamente necessario.

* consigliera comunale di Maroggia

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Val Mara: un futuro comune

L’opinione di Gian-Luca Lardi pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 13.10.2020

L’opinione / Gian-Luca Lardi*

Val Mara: un futuro comune

Il 18 ottobre i cittadini di Arogno, Maroggia, Melano e Rovio potranno esprimersi sul progetto di aggregazione che – se accettato – darebbe vita a un Comune «ponte» fra l’ormai grande Lugano e la grande Mendrisio. Nel nostro cantone ogni votazione sulle aggregazioni comunali fa scaturire intense discussioni legate all’identità di paese. Sebbene i cittadini vivano ormai da secoli in un contesto federalistico formato da Svizzera, Canton Ticino e Comune, quest’ultimo livello istituzionale viene spesso venerato come una vacca sacra intoccabile, dove ogni cambiamento debba portare a un vuoto di identità. Un campanilismo romantico e più che comprensibile, un canto delle sirene al quale però – a mio modo di vedere – facciamo bene a resistere.

Negli ultimi decenni la gestione e l’amministrazione di un Comune è diventata sempre più laboriosa e complessa. Indipendentemente dalla grandezza del Comune, i suoi organi devono muoversi in un quadro giuridico, tecnico e amministrativo che richiede ormai specialisti in ogni settore. Più piccoli sono i Comuni, più grandi sono le difficoltà cui far fronte. Il Comune di Rovio ha impiegato quasi un decennio (e parecchie risorse finanziarie per consulenti esterni) per uscire da un periodo di gestione a cavallo del millennio che ci ha mostrato quanto siano irrinunciabili le competenze nelle istituzioni. Oggi il nostro Comune ha fatto ordine in casa propria, ma con 850 abitanti è un’illusione pensare a un futuro indipendente a lungo termine. La fusione dei quattro Comuni della Val Mara e Basso Ceresio è forse l’ultima possibilità per mantenere una propria autonomia comunale fra i poli di Lugano e Mendrisio.

È possibile che la lista degli investimenti contenuta nello studio di aggregazione manchi di realismo. Così come è condivisibile la critica che il processo di aggregazione avrebbe dovuto coinvolgere di più anche le voci critiche, ma chi si è trovato a dover gestire questo progetto in tempi relativamente stretti ha optato per compromessi come lo si deve ormai fare in tutti gli ambiti. Nella mia ottica l’aggregazione permetterà – a medio termine – di offrire a cittadine e cittadini servizi migliori a parità di costi. È invece innegabile che nei singoli paesi i clan familiari non avranno più lo stesso potere che hanno avuto in passato. Le diatribe fra influenti famiglie – spesso scaturite decenni fa ai tempi della prima pianificazione territoriale – non potranno più bloccare per anni progetti di infrastrutture necessarie allo sviluppo dei paesi. Ma questi sarebbero svantaggi? Ritengo sia arrivato il momento di guardare al futuro dando la priorità al bene comune invece che ai privilegi di pochi, pertanto voterò convinto a favore dell’aggregazione.

L’opinione / Gian-Luca Lardi*

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Aggregazione fatta in sordina? No grazie

PROGETTO VAL MARA

Lettera di Lorenzo Cavagliotti, sezione PLR di Maroggia, pubblicata nella rubrica LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 10.10.2020

Aggregazione fatta in sordina? No grazie

Un progetto d’aggregazione presentato solo alla fine nel quale punti negativi apparentemente non ci sono. Una visione troppo ottimista in quanto sappiamo bene che ad ogni cambiamento ci sono punti positivi, ma anche punti negativi. La Commissione è stata furba nel lasciare alla popolazione la scelta del nome del nuovo Comune, in modo da mostrare una falsa partecipazione al progetto.

Non dobbiamo confondere la futura fusione con la collaborazione, che esiste già tra le varie società ricreative che per natura hanno bisogno un ampio bacino di popolazione e territorio per potere avere maggiori entrate, strutture e persone disposte ad aiutare.

Il nostro no non è dettato da una questione di campanilismo o di perdita d’identità ma è dovuto al fatto che non vediamo reali vantaggi per i cittadini.

Da non trascurare poi l’importante questione finanziaria: le politiche di investimento dei grandi progetti non sono sostenibili a parer nostro, anche a causa della congiuntura economica non rosea che il nostro territorio sta affrontando. Porterà sicuramente a un aumento del moltiplicatore nel corso degli anni con tutti questi investimenti previsti nei 4 comuni. Per questi motivi vi chiediamo di votare no all’aggregazione!

Lorenzo Cavagliotti, Maroggia, sezione PLR

https://epaper.cdt.ch/epaper/viewer.aspx?publication=CDT&date=10_10_2020&tpuid=523

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Aggregazione Val Mara: attenti al lupo

Lettera di Mario Delucchi pubblicata nella rubrica LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 5.10.2020

Era inevitabile. Quando le argomentazioni sono inconsistenti o si limitano a generiche promesse, si agitano spauracchi e si sbandierano le profezie più nere. Se Arogno rifiuterà l’aggregazione della Val Mara, apriti cielo! «Se oggi rifiutassimo di entrare in questo progetto, un domani potremmo ritrovarci più poveri, isolati, sempre meno capaci di far fronte alle necessità della popolazione». E ancora: «Potremmo essere obbligati ad aggregarci con un altro Comune». 

Lo stile ricorda le prime campagne dei fautori dell’annessione della Svizzera all’Unione Europea. Anche allora si agitavano i più neri spauracchi. Guai se la Svizzera fosse rimasta fuori dall’Europa. Si ipotizzarono scenari devastanti per la nostra economia, le esportazioni sarebbero crollate, la Svizzera sarebbe stata tagliata fuori dai circuiti internazionali e via di questo passo. 

Da allora sono passati molti anni e nulla di tutto questo si è avverato. Anzi, la Svizzera è rimasta fra le nazioni più benestanti, con il minor tasso di disoccupazione e con un alto reddito pro capite. 

Evitino pertanto i fautori dell’aggregazione Val Mara di improvvisarsi profeti. Nessuno più crede a questi fantasmi. Occorrono fatti, non generiche assicurazioni basate su intenti. E i fatti ci dicono che questa aggregazione non farebbe altro che impoverire il comune di Arogno, portando i principali servizi lontano dalle famiglie, privandolo della capacità decisionale sulle necessità future, distribuendo gli investimenti su realizzazioni fuori dal proprio territorio (su 32 milioni previsti dal «nuovo Comune» per opere future, solo 1,5 milioni sarebbero destinati ad Arogno). I fautori dell’aggregazione non possono far promesse che non saranno loro a dover mantenere. Quando le scuole saranno centralizzate e in paese non ci sarà più nemmeno uno sportello di cancelleria, nessuno potrà dire «se l’avessi saputo». Magari non accadrà subito, ma quando capiterà sarà troppo tardi. È già successo altrove. Su due cose il comitato di sostegno all’aggregazione ha ragione: primo, quando dice che «il destino è nelle nostre mani», secondo, quando esorta «a non aver paura». Due inviti che sottoscrivo in pieno. Non abbiate paura a dire di no, non abbiate paura del futuro, se sarete voi a deciderlo. Il lupo non c’è.

Mario Delucchi

Davesco-Soragno

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“Perché dire NO alla fusione”

Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino del 1.10.2020 nella pagina del Luganese quasi interamente dedicata al progetto di aggregazione dei comuni della Val Mara. Lo scritto è di Celso Tantardini, ex sindaco di Arogno, che esprime parere contrario al progetto.

No a questa fusione

L’OPINIONE / CELSO TANTARDINI*

PERCHÉ DIRE «NO» ALLA FUSIONE
Ho letto lo scritto distribuito in paese da Joy Cometta a nome del gruppo favorevole all’aggregazione. Non me ne voglia l’autore, ma il suo discorso sa molto di paternalismo e non ha niente a che vedere con i veri problemi causati dall’aggregazione.
Ormai tutti sanno che le aggregazioni hanno un unico scopo: risparmiare sui costi tramite la riduzione del personale e la concentrazione e conseguente riduzione dei servizi. L’economia privata lo definisce razionalizzazione e ottimizzazione dei costi.
Concretamente significa centralizzare tutto con un unico fine: ridurre i costi e aumentare gli utili. Questo non è il compito di un’istituzione pubblica! Essa deve badare in primo luogo al benessere generale e dotarsi di servizi vicini alla popolazione.
Raccontare che gli uffici comunali verranno distribuiti nei quattro quartieri è una presa in giro bella e buona. Se così fosse cadrebbe lo scopo dell’aggregazione. Altri comuni, in passato, hanno creduto a questa promessa, puntualmente non mantenuta.
Concentrare le scuole in un’unica sede serve a far sì che ogni classe abbia il numero massimo di allievi concesso dalla legge in modo da occupare il minor numero possibile di docenti. Il discorso vale per tutti i servizi. Il nuovo comune prevede investimenti
per circa 32 milioni di franchi. Per Arogno è previsto un unico investimento di 1,5 milioni per il Teatro. Proprietà privata e non in vendita. Dove sono destinati gli altri 30,5 milioni? Ce lo dice il rapporto dei fusionisti.

Melano: Porto regionale 3,5 mio. / Area di svago a lago 3,5.mio. / Centro sportivo 3,5 mio.

Acquisto terreni 2,5 mio. / Autosilo 7 mio.

Maroggia: Centro diurno 2 mio. / Scuola dell’infanzia 3 mio. Esproprio terreno Don Bosco 1,5 mio. / Realizzazione Parco 0,5 mio.

Rovio: Ristrutturazione Ala Materna, scuole e ostello 3,7 mio.

Quindi ad Arogno le briciole!

Ma se la fusione andasse in porto, il debito si ripercuoterà su tutta la popolazione del nuovo comune. Quindi Arogno, con un quarto della popolazione totale, si troverebbe a dover finanziare con le imposte dei suoi abitanti un quarto di questo debito,
cioè circa 7,5 milioni per lavori previsti tutti negli altri comuni. E i lavori urgenti di cui necessita Arogno? Posteggio sotto il Municipio, sbocco strada di Devoggio, rifacimento strada dal Ruers, tanto per fare qualche esempio. Sarà la maggioranza
del Municipio del nuovo comune a decidere se, dove, quando, come e da chi dovranno essere realizzati!

Quando due parti si siedono al tavolo per una trattativa, se una parte si prende tutto e l’altra rimane a mani vuote, significa che qualcosa tra i negoziatori non ha funzionato: o è mancato totalmente il rispetto e la considerazione della controparte,
oppure qualcuno aveva una gran fretta di chiudere la trattativa.

Certe argomentazioni dei fautori dell’aggregazione fanno sorridere. Venirci a raccontare che già oggi andiamo a fare il bagno nel lago a Melano o Maroggia non so cosa possa significare. Molti vanno a Riva San Vitale, altri a Melide, altri ancora a Bissone.
Quando io ho bisogno di un buon trancio di carne, mi fermo a Melano dove c’è una macelleria che mi serve ottimamente. La gente può andare a fare il bagno o la spesa dove vuole senza rinunciare alla propria autonomia. Il negozio di Arogno che è stato
di grande aiuto alla popolazione durante il lockdown e lo è tuttora, corre il rischio di dover chiudere se si continua a trasferire tutto a Melano. Con un «sì» a questa aggregazione, alla popolazione viene preclusa per sempre ogni e qualsiasi possibilità
di ridiscutere un’eventuale diversa soluzione.

Con un «no», rimangono aperte altre opzioni da studiare con calma, coinvolgendo tutti nel caso in cui, in un futuro il più lontano possibile, dovesse ripresentarsi questa situazione.*

*già sindaco di Arogno

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“Solo svantaggi Progetto Val Mara L’aggregzione così non va bene”

residente dell’Associazione per l’autonomia dei Comuni ed ex Giudice di e

Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino del 30.09.2020 a firma di Alberto Poli, Presidente dell’Associazione per l’autonomia dei Comuni ed ex Giudice di Pace del Circolo del Ceresio

Lettera contro l'aggregazione dei comunii della Val Mara

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Aggregazione comuni della Val Mara

Articolo apparso su “l’Informatore” del 28.08.2020

(p.z.) Contenuti, forme di linguaggio utilizzate e futuro del comprensorio fra valle e lago. Non c’è dubbio: il progetto Val Mara crea dibattito. Giovedì sera si è svolto a Rovio l’ultimo dei quattro incontri estivi per la popolazione dei Comuni coinvolti nel percorso verso l’aggregazione. La votazione consultiva si avvicina: avrà luogo il 18 ottobre e gli abitanti sono chiamati non solo ad esprimersi sul progetto ma anche sul nome da dare al nuovo Comune: “Val Mara” o “Basso Ceresio” (cfr. l’Informatore del 7 agosto). Intanto il clima si scalda. Ognuno si costruisce la propria idea. Come quella espressa in maniera eclatante lo scorso 19 agosto su un traliccio della vecchia teleferica del Monte Sighignola. Teleferica che non è mai stata portata a termine. Ebbene, su quel pilone rimasto sul campo dopo la parziale demolizione della struttura mai decollata, è apparso uno striscione che fa riferimento proprio a questa importante scelta cui sono chiamati prossimamente gli abitanti di Arogno, Melano, Maroggia e Rovio. L’insegna (che reca un grande “NO”) è opera di Francesco Sala di Arogno, un alpinista appassionato di territorio. A lui abbiamo chiesto il motivo di questo gesto. “Al di là della volontà di esprimere la mia opinione personale sul progetto, mi premeva invogliare soprattutto i giovani a salire sulla Sighignola e scoprire i vecchi sentieri che a suo tempo percorrevano cacciatori e guardie di confine. Vecchi percorsi che di recente ho avuto modo di risistemare. Anche questo è un modo di far riscoprire e amare il territorio… non c’è solo la via dell’aggregazione!”. Per Francesco il traliccio è un chiaro segno degli errori del passato.

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Autostrada A2 a sud del ponte diga di Melide

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1452295/petizione-a-melano-per-far-chiarezza-sui-progetti-autostradali?fbclid=IwAR2hMdzC708BWA_Uwn5pHtgFSzq2uPZ_ipQfLHRECrcYbogM2j9VbNhew1g

Da “la Regione” del 29.07.2020

Occhio, sono lavori che, se eseguiti, avranno un forte impatto su tutta la regione…

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Progetto Val Mara

Pubblichiamo l’articolo apparso su “la Regione” il 10. 07.2020 che potete anche leggere sul quotidiano collegandovi a questo link:

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1448720/una-grande-opportunita-per-la-val-mara

‘Una grande opportunità per la Val Mara’

I sindaci di Maroggia e Rovio sulla campagna per l’aggregazione nel Basso Ceresio: occhio al sito web

di Leonardo Terzi

Hanno avuto l’effetto di un sasso lanciato… nel lago le uscite dei Plr di Maroggia e dell’Alleanza Lega-Udc-Ppd, ostili al progetto aggregativo dei quattro comuni  del Basso Ceresio (cfr. laRegione di giovedì). Digerita la rinuncia di Bissone, il progetto di unone fra Maroggia, Melano, Rovio e Arogno sembrava procedere senza particolari ostacoli; ma ora la campagna è lanciata in vista della votazione consultiva del 18 ottobre. È dunque il turno dei promotori di questo progetto, in particolare il sindaco di Rovio e presidente della Commissione studio aggregativo Riccardo Costantini, e del sindaco di Maroggia Jean-Claude Binaghi a far sentire la loro voce per promuovere, dicono «una informazione corretta». Reperibile, puntualizzano, soprattutto sul sito www.progettovalmara.ch. Ci saranno pure altre serate informative, la prossima il 23 luglio al Lido di Maroggia.PUBBLICITÀ

La prima obiezione degli oppositori riguarda un argomento dalla forte presa: il moltiplicatore d’imposta. «Anzitutto – osserva Binaghi – lo scopo del progetto non è quello di spendere meno, ma aumentare l’efficienza e dare ancora maggiori servizi alla popolazione.  In particolare alle famiglie con bambini e agli anziani, oltre che a livello di gestione territoriale con i progetti che abbiamo in ballo. Bisogna andare a leggere bene lo studio. Per esempio sul punto riguardante gli sportelli del Comune, che a Maroggia e Melano saranno aperti tutta la settimana, mentre a Rovio e Arogno per quanto riguarda gli orari bisognerà capire quale sarà l’esigenza effettiva della popolazione. Il servizio in realtà viene migliorato rispetto ad oggi, perché ogni cittadino potrà fare capo indifferentemente a uno qualsiasi dei quattro uffici. A Melano ci sarà l’amministrazione generale, ma nello studio abbiamo dislocato i servizi secondo una logica. Ad esempio se una parte dell’Ufficio tecnico sarà ad Arogno, è perché Arogno ha il territorio più vasto, ha molti chilometri di strade e se nevica, nevica prima ad Arogno… Inoltre vogliamo professionalizzare maggiormente le risorse; oggi i segretari comunali sono obbligati a fare i tuttologi, vorremmo migliorare anche i servizi in questo campo. In merito alle scuole, Maroggia è l’unico comune che… le ha già perse, avendo solo una sezione dell’asilo. Sarà il tempo a dire cosa e dove sarà necessario, ma già già oggi abbiamo una direzione scolastica unica».

E il moltiplicatore? «Se ottimizziamo e diamo più servizi, il cittadino è anche disposto a pagarne, ma bisogna spiegare una cosa importante. Coi dati che abbiamo in mano arriviamo ad un moltiplicatore dell’85% al massimo, con degli investimenti, compresi quelli già previsti dai singoli comuni, per oltre tre milioni di franchi all’anno. Noi abbiamo la forza per spendere 32,5 milioni di franchi in una decina d’anni. Chiaramente saranno tutte opere che andranno votate dal Consiglio comunale” dice sempre Binaghi. Cui fa eco Costantini: «Stiamo lavorando sulla carta,sarà il nuovo Comune a stabilire la politica finanziaria».

Feed back positivi

Costantini non avverte un clima di ostilità al progetto. «Siamo sempre stato aperti al dialogo, è giusto che ci siano critiche, però non mi risulta che vi siano più critici che favorevoli. In gennaio i Consigli comunali hanno votato (nettamente ndr) a favore e dalle serate pubbliche  abbiamo ricevuto dei buoni feed-back».

Circa la tempistica del voto, obiettano Costantini e Binaghi, è quella prevista dalla legge e decisa dal Consiglio di Stato. Binaghi: «Noi siamo sereni perché ci crediamo, è un’occasione unica per la nostra comunità, possiamo veramente aumentare la nostra progettualita sull’intero comprensorio, che è un territorio fantastico tra lago e monti». Costantini aggiunge: «andiamo così d’accordo che già oggi su molte cose lavoriamo come se fossimo un unico Comune. C’è qualcuno che vuole vedere litigi inesistenti».

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Il Monte San Giorgio

“Il nuovo Comune di Val Mara? ‘Nessun vantaggio reale’”

Pubblichiamo l’articolo apparso sula Regione” il 09. 07.2020

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1448270/il-nuovo-comune-di-val-mara-nessun-vantaggio-reale?fbclid=IwAR01HpIEUreK2JDEkEVPJntj-GQfGkxlxUrO3f9zqVty1O5nQj905TlqcGU

Il nuovo Comune di Val Mara? ‘Nessun vantaggio reale’

Dopo l’addio al progetto aggregativo di Bissone e il voto fissato al 18 ottobre, si fanno largo a Maroggia e Rovio altre voci contrarie o quantomeno perplesse.

di Cristina Ferrari

Una cordata a quattro, che si fa traballante dopo che ai blocchi di partenza si erano portati in cinque. L’aggregazione del nuovo Comune di Val Mara si fa, infatti, in salita, come le irte strade che da Maroggia e Melano salgono ad Arogno e Rovio. Voci sempre più forti e organizzate fanno sapere che all’orizzonte, per i quattro paesi del Basso Ceresio, saran più contro che pro. «La fusione? – rispondono ai nostri interrogativi gli esponenti del comitato sezionale del Plr di Maroggia – Non avremo alcun vantaggio reale. Anche i dipendenti comunali rimarranno tali, quindi non vi sarà, come si dice, una diminuzione dei costi rispetto allo stato attuale. Non ci convince poi la suddivisione degli uffici comunali. A Maroggia è previsto uno sportello per la Cancelleria ‘multifunzionale’ e l’Ufficio tecnico ed edilizia privata, ma non sappiamo con quali orari. A Melano peraltro andrà la sede amministrativa e per i nostri anziani potrebbe risultare scomodo». A preoccupare il gruppo, che si dice giovane e che contrasta la ‘scusa’ della difficoltà di reclutare candidati per la politica locale, sono soprattutto i futuri progetti di Val Mara che comporterebbero investimenti di oltre 30 milioni di franchi: «Con il pericolo, fin dall’inizio, di minare la salute finanziaria del nuovo comune».

Il rischio di una Maroggia… cenerentola

Del resto, secondo i liberali radicali di Maroggia, molti sono i temi ancora da risolvere: «Considerato che vogliono mantenere operative tutte le sedi scolastiche, ci chiediamo se vi siano abbastanza studenti per giustificare tale scelta e minimizzare i costi». Maroggia, poi, si vedrà ‘spodestato’: «Avendo meno abitanti diventerà ‘periferia’ del nuovo comune e Melano il centro». Il risultato? «I servizi al paese perderanno di efficienza perché ‘quartiere’ meno importante. Già con Melano non condividiamo la scelta dello svincolo autostradale che loro vogliono a Maroggia e noi no… Non solo, rischiamo di non avere neanche un municipale nell’esecutivo che sarà composto da sette membri».

Sulla bilancia, per il comitato sezionale Plr di Maroggia, a pesare è dunque il piatto degli svantaggi anziché dei benefici: «Se non siamo contrari di principio all’aggregazione, lo siamo in questa forma. Per questo come comitato voteremo in blocco no al progetto, lasciando comunque libertà di scelta ai cittadini simpatizzanti liberali. Non possiamo non dire che l’uscita di Bissone ha cambiato le carte in tavola… Senza Bissone si farà fatica a mantenere all’85% il moltiplicatore».

Per Rovio ‘un unilaterale arbitrio’

Numeri che, dunque, parlano. Come i punti, ben quattro, messi nero su bianco dall‘Alleanza democratica-Lega-Udc-Ppd e indipendenti di Rovio in una lettera inviata alla Commissione di studio dell’aggregazione dei comuni in vista della votazione consultiva del 18 ottobre prossimo. «Riteniamo che in tempi di covid sia impossibile garantire che la popolazione possa farsi la giusta e corretta opinione in merito a un progetto così importante in così poco tempo – si legge nella missiva fra cui figura quale firmatario il nuovo municipale Giorgio Falconi –. Inoltre, non conosciamo l’orizzonte temporale per l’entrata effettiva in vigore della fusione: si parla del 2024? È corretto? Qualcosa non quadra: le elezioni comunali sono state posticipate di un anno a seguito del covid e l’aggregazione deve essere votata sei mesi prima di tale votazione? Di nuovo: tale tempistica non garantisce una corretta e libera formulazione nell’opinione pubblica dell’opportunità o meno di votare per una fusione. Tale diritto è di fondamento costituzionale e la tempistica di cui sopra risulta arbitraria e irresponsabile». Secondo l’Alleanza la fusione dei Comuni della Val Mara «non è una fusione necessaria bensì di opportunità (così come più volte ricordato alle serate pubbliche): per questo motivo se l’orizzonte temporale è il 2024, la votazione è da tenersi non prima del 2023. Fra l’altro, e per logica, prima si decide l’entrata in vigore a seconda delle possibilità delle varie amministrazioni comunali (già di per sé oberate di lavoro) e poi si decide la votazione consultiva. Il contrario rappresenta puro unilaterale arbitrio e forza di prevaricazione del più forte».

C’è poi un aspetto che l’Alleanza ha voluto ricordare e porre quale ostacolo al progetto: «Rovio ha in sospeso alcune tematiche dai risvolti politici e finanziari non indifferenti: da una parte un Piano generale di smaltimento delle acque concluso per poco più del 50% (mancano ancor lotti per più del 40% delle opere previste) e dall’altra una richiesta legale per presunti errori di pianificazione per svariati milioni (si parla di poco meno di una decina di milioni). Di tali potenziali rischi non abbiamo mai visto alcuna menzione nei rapporti ufficiali nonostante queste questioni siano state discusse più volte in Consiglio comunale. Non sappiamo nemmeno se gli altri comuni abbiano rischi simili». Da qui la richiesta «di introdurre nei rapporti ufficiali, prudenzialmente, anche tutti i rischi legali, finanziari e di qualsiasi altra natura superiori a un valore prudenziale di 50mila franchi, che sia chiaramente definito l’orizzonte di eventuale entrata in vigore della fusione di opportunità (anno e mese) e che sia immediatamente abbandonata l’idea di votare in tempi di covid nell’anno in corso. Siamo favorevoli a una aggregazione che permetta di razionalizzare le risorse, non invece a una fusione all’insegna del “tassa e spendi”». 

Bissone? Per gli Enti locali ‘un falso positivo’

Ma cosa risponde la Sezione degli enti locali a questi… appunti? «È chiaro che in ogni progetto di aggregazione ci sono favorevoli e contrari, se questi ultimi poi prendono forma – annota il responsabile, Marzio Della Santa – e si manifestano trovo che sia un bene per il dibattito pubblico così che ogni cittadino possa farsi un’idea e arrivare al voto in piena consapevolezza. Credo poi che ogni fronte abbia argomenti più o meno consistenti, e molti va detto possono valere per qualsiasi altro comune. Invece vorrei portare l’attenzione sull’opportunità di questa aggregazione che, aldilà di interessi personali o di gruppo divergenti, per la comunità è indubbio che vi siano molti aspetti positivi. Non nascondo che in tutte le aggregazioni ci sono degli svantaggi ma non sono solitamente quelli esposti dai contrari».

E Bissone? «Bissone non ha alcun impatto, era un falso positivo – evidenzia il caposezione –. Nel senso che è in una situazione finanziaria apparentemente agiata ma in termini di investimenti sono in ritardo, quindi il giorno che avranno realizzato le opere previste la situazione finanziaria sarà sostanzialmente equivalente a quella degli altri comuni».

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