Deriva democratica

L’Opinione di Alberto Poli, presidente Atac, pubblicata sulla pagina ALBO de “la Regione”, 27.10.2020

Di Alberto Poli, presidente Atac

L’Associazione ticinese per l’autonomia dei Comuni (Atac) prendendo atto dei risultati delle recenti consultazioni in materia aggregativa, osserva che, ancora una volta, le proposte in votazione non sono state accolte e questo malgrado che i favorevoli abbiano potuto contare su diverse migliaia di franchi pubblici per la loro propaganda mentre i contrari hanno dovuto autofinanziarsi. I politici dovrebbero chiedersi come mai la bocciatura dei progetti è diventata ormai sistematica. Si può continuare a portare avanti una politica basata sulle coazioni? Dopo la raccolta di firme farlocche nel Malcantone, quale altra strategia verrà messa in campo? È evidente che siamo di fronte a situazioni che mettono in serio pericolo la democrazia, eppure si continua per la stessa strada in quanto, dietro alle aggregazioni vi sono mire di accentramento dei poteri con relativi interessi milionari che fanno gola a molti politici di tutti i partiti. V’è da chiedersi se sacrificare i giusti processi democratici in cambio di interessi politico-economici sia la strada giusta da percorrere. Le bocciature che si susseguono dimostrano che i cittadini sono stanchi di questi giochetti di palazzo e che hanno ormai capito che le aggregazioni, con questa legge, sono un inganno che non porta loro alcun beneficio. Sarebbe pertanto ora che il nostro governo sviluppi una vera politica a favore delle comunità periferiche i cui cittadini meritano di essere considerati alla pari di quelli delle città.

Le aggregazioni oltre che causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche, e attività artigianali… E non è che le imposte siano diminuite; in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti, ecc… Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni. Ci auguriamo che la gente sollevi la testa e abbia il coraggio di far pressione sui partiti che appoggiano questa deriva democratica, perché è chiaro che chi abusa e accentra il potere non lo fa per amore della nostra democrazia diretta e non possiede una cultura svizzera. Occorre intervenire per frenare questa derive democratica perché, ignorando il problema, nella popolazione crescerà il malcontento che potrebbe favorire l’insorgere di devianze autoritarie.

Mettere da parte i propri interessi per il bene comune è un sacrificio che il tempo ricompenserà.