L’opinione di Gabriele Quadri pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 19.11.2020
https://epaper.cdt.ch/epaper/viewer.aspx?publication=CDT&date=19_11_2020&tpuid=523
QUO VADIS?
Capriasca: traditi indirizzi e scelte pianificatorie
Le conseguenze nefaste di un’aggregazione mal gestita sono ormai sotto gli occhi di tutti. Invece di preoccuparsi della conoscenza e della cultura del vasto territorio di valle, non trascurando i fondamentali rapporti con la popolazione, la gestione politica di Capriasca si è viepiù trasformata in un controproducente e poco democratico «esercizio di potere». Nelle ultime legislature si è di conseguenza già assistito a un pericoloso accentramento di potere e di realizzazioni su Tesserete, senza porre la dovuta attenzione alle aree periferiche. Sintomatico il tentativo di alienare beni comunali delle precedenti amministrazioni come i vecchi edifici scolastici. Sono così stati clamorosamente traditi indirizzi e scelte urbanistiche, che avrebbero dovuto assecondare la vocazione di «polmone verde» della cosiddetta «grande» Lugano. I buoni propositi di zona di svago e di relativa vocazione turistica dell’antica pieve hanno, oggi, evidenziato limiti e omissioni entrando in conflitto con una poco oculata valorizzazione delle risorse ancora ben presenti sul territorio. Antiche mulattiere e aree potenzialmente agricole si trovano, per esempio, in uno stato di deprecabile abbandono. L’attuale amministrazione si è dunque dimostrata priva di una più coerente visione di sviluppo e di progresso. Ha dimostrato, al contrario, tutto il possibile per rompere equilibri urbanistici e ambientali optando per scelte contraddittorie e quasi sempre poco funzionali. Il piano viario e la percorribilità del centro, per esempio, con l’assenza di una circonvallazione, si possono considerare falliti. L’insufficiente conoscenza del territorio e dei suoi valori sta massacrando gli antichi nuclei protetti, come per esempio quelli un tempo suggestivi di Bigorio o di Sureggio. La cementificazione della valle continua come sarà probabilmente, fra poco, per i ronchi di San Matteo, di cui non resterà che un vago ricordo. Molto semplicemente, una valle non può essere trasformata in una squallida periferia urbana senza pagarne le amare conseguenze! Con un moltiplicatore d’imposta alle stelle (il più alto dell’intero Luganese), la precarietà dei servizi, i costi ingenerati dalla necessità di nuove infrastrutture (abbiamo condutture dell’acqua potabile risalenti agli anni Quaranta del secolo scorso), l’attrattività fiscale di Capriasca, fra tasse dirette e indirette, sarà ben presto ridotta a zero. Si ha l’impressione che l’esercizio di un potere piuttosto occulto e molto amministrativo abbia preso il sopravvento sul «servizio» dovuto ai cittadini elettori e contribuenti. Posti spesso di fronte a scelte fondamentali precedentemente stabilite a tavolino e legate più che altro a gruppi d’interesse quasi esclusivamente privato, così come sarebbe dovuto succedere con il comparto dell’oratorio.
Gabriele QuadriCagiallo-Capriasca