Se Arogno ha paura dei contrari

Lettera di Cinzia Matazzi nella rubrica LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 15.10.2020

Aggregazione

Se Arogno ha paura dei contrari

Il Municipio di Arogno ha organizzato la votazione popolare consultiva del 18 ottobre sul progetto di aggregazione a quattro (Arogno, Rovio, Maroggia, Melano). Il materiale di voto è arrivato nelle case dei cittadini. Contrariamente alle regole, oltre alla scheda e alle spiegazioni, c’è solo il parere favorevole; non c’è invece il parere di chi è contrario all’aggregazione. Ufficiosamente sentita da un contrario, la Sezione degli enti locali avrebbe detto che non si tratta di una vera votazione ai sensi della Legge sull’esercizio dei diritti politici, per cui il Municipio può prescindere dall’inserire, nella busta ufficiale col materiale di voto, il parere dei contrari. Sorprendente superficialità. Non è una votazione vera e ufficiale? La Costituzione cantonale dice che «i Comuni non possono fondersi con altri Comuni o dividersi senza il consenso dei loro cittadini e l’approvazione del Gran Consiglio» (art. 20, cpv. 1). Il consenso dei cittadini è imprescindibile. Come lo si ottiene? Con una votazione. Che dev’essere una votazione vera, ufficiale. La legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni stabilisce per questo che il Consiglio di Stato «trasmette ai Municipi la sua proposta, affinché la sottopongano con il loro preavviso alle rispettive assemblee, in via consultiva, entro un termine che sarà loro fissato» e aggiunge che «va garantita un’adeguata informazione alla popolazione» (art. 6 cpv. 3). La votazione popolare consultiva è pertanto un passaggio ufficiale obbligato. È una vera votazione popolare, con obbligo di seggio di voto in ciascuno dei Comuni coinvolti. Senza questo filtro, il progetto d’aggregazione non può proseguire. Consultiva non significa «non vera». Lo svolgimento delle votazioni popolari è disciplinato dalla legge e dal regolamento sull’esercizio dei diritti politici. Per le votazioni comunali il regolamento impone al Municipio regole precise e vincolanti. Il punto fondamentale è il seguente: «L’opuscolo informativo contiene: a) una breve presentazione dell’oggetto con il testo sottoposto al voto e la domanda che figura sulla scheda; b) un testo con le argomentazioni a favore dell’oggetto; c) un testo con le argomentazioni contrarie all’oggetto; d) le eventuali raccomandazioni di voto del Gran Consiglio e del Consiglio di Stato o, nelle votazioni comunali, del Consiglio comunale e del Municipio» (art. 10, cpv. 3). Il Municipio di Arogno non ha rispettato queste regole. Perché nella busta ufficiale non si è voluto inserire un testo con le argomentazioni dei contrari? Anche ammettendo la tesi fantasiosa secondo cui quella del 18 ottobre non sia una «votazione vera», la correttezza democratica avrebbe dovuto indurre il Municipio a dare spazio in ogni caso sia a chi è pro sia a chi è contro. Fino a prova contraria, la nostra è una democrazia vera. Se ci fosse un ricorso?

Cinzia Matazzi

Arogno