Aggiornamenti

Mappale 440 Nessun voto

Arogno dove vai?

Nessun voto da parte mia e nessun credito agli uscenti che si ripresentano al voto di aprile, in quanto hanno dimostrato nei fatti completa miopia e scelte inappropriate almeno su due oggetti di rilevante importanza per la salvaguardia dell’ambiente e per garantire uno sviluppo, per quanto ancora possibile, sostenibile ed armonioso di ciò che resta del nostro patrimonio naturale e “culturale” non edificato. In un periodo in cui la sostenibilià e l’uso parsimonioso del territorio sono elementi imprescindibili, da tenere in seria considerazione quando si pianifica l’estensione delle aree edificabili, qui si è voluto e preferito invece operare sulla scia e nell’ottica di politiche  superate, assecondando di fatto interessi particolari e privati. Questi sono due esempi che porto all’attenzione di chi legge:

1 L’estensione dell’edificabilità sui mappali 440 e 202, nella fascia di verde perimetrale al nucleo storico di Arogno (definita degna di protezione nella sua integrità dall’ISOS, Inventario dei siti svizzeri da proteggere). Oggi infatti possiamo vedere una fitta serie di modine campeggiare sui mappali 440 e 202 che formano l’unico terrazzo pianeggiante prospiciente il nucleo con vista panoramica a 360 gradi sull’intera regione (Monte San Giorgio, patrimonio UNESCO; Collina di Vissino; nucleo storico di Arogno; Monte Sighignola; Val Mara; Monte Crocette; Monte Generoso). Un terreno che, per le sue qualità, dovrebbe eessere lasciato libero da costruzioni. Come è possibile? I piani regolatori non tutelano forse anche i punti panoramici di un territorio?

So che almeno sette opposizioni sono state inoltrate contro questo progetto. Due di queste opposizioni portano la firma di associazioni ticinesi per la salvaguarida della natura e del territorio.

2 Ricordiamo anche, con gli stessi attori principali, i due progetti per una discarica di rifiuti edili a Cassina-Marella: un primo progetto bocciato in referendum nel 2010 ed un secondo progetto, bloccato nel 2019 dai cittadini con la raccolta di 333 firme in poco più di un mese. Il sito di Cassina-Marella, ricordiamolo, si trova sulle pendici occidentali del Monte Generoso protetto oltre che dall’ IFP – Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale –  anche da diverse schede del Piano Direttore Cantonale. Nelle norme di attuazione del PUC – Monte Generoso si può leggere all’Articolo 14.7 : “In tutto il comprensorio sono di principio vietate le deponie e le discariche. E’ riservata la formazione di piazze di compostaggio, previa autorizzazione del Dipartimento”. Con un’interpellanza del 5.12.2019 si è chiesto al Municipio di attivarsi presso l’Ufficio dei rifiuti e dei siti inquinati per lo stralcio della discarica dal Piano di Gestione dei Rifiuti del Cantone. Il Municipio decideva solamente di non andare avanti con il progetto di discarica, ma senza precludere l’utilizzo futuro del sito a tale scopo. Così la porta per un ennesimo progetto di discarica rimane sempre aperta….

Mappale 440, 202

Nel prato di Cassina-Marella

Il prato di Cassina-Marella

Scrive Benedetto Antonini sulla rivista della STAN (Società Ticinese per l’Arte e la Natura) “Il nostro Paese” n. 336, nell’articolo “Paesaggio: è tempo di cambiare prassi” a pagina 44:


“1. Chi fosse chiamato a intervenire su una parte, anche piccola, di territorio per trasformarlo, deve esaminare attentamente la situazione di fatto su scala regionale, locale e puntuale, come si desume anche dalle “Linee guida cantonali” per l’esame delle domande di costruzione pubblicate dal Dipartimento del territorio. Questo esame non può essere limitato alla visita dei luoghi, in situ o mediante dispositivi elettronici, oggi fortunatamente di facile accesso per chiunque, ma deve spingersi a valutare oltre ai documenti di Piano regolatore anche le schede di Piano direttore e l’applicabilità di eventuali inventari federali come l’ISOS, per l’appunto, l’inventario dei Paesaggi protetti (IFP) e l’inventario delle vie storiche (IVS). E con questi non citato che i principali.”

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Aggregazione Val Mara

Alcune considerazioni dopo il Consiglio comunale extra LOC del 23 novembre scorso. 28.11.2020.

1. Rappresentatività dei consiglieri comunali

La riunione del Consiglio Comunale del 23  novembre scorso si è praticamente conclusa con l’intento di raccogliere firme per capovolgere la votazione consultiva che ha chiaramente detto NO al progetto di aggregazione. Una pessima dimostrazione di come si intenda il ruolo del consigliere comunale che, in quanto rappresentante della popolazione, dovrebbe rispettare le decisioni del popolo, invece di opporvisi. Non lasciamoci influenzare, rispondiamo con un altro NO a questo modo di aggirare le nostre convinzioni.

2. Importanza della consultazione

Abbiamo più volte sentito dire che la votazione dello scorso ottobre, in quanto consultiva e non decisionale, non ha gran valore. Un altro modo per non voler riconoscere di aver perso. Perché il Cantone promuoverebbe le consultazioni popolari, se non hanno valore?  Perché scomodare i cittadini di un comune, se poi il loro pensiero non conta? Le consultazioni sono la base per una decisione responsabile e lo ha dimostrato il Consiglio di Stato abbandonando l’idea di includere Arogno del progetto aggregativo.

3. La situazione finanziaria di Arogno

Le generiche affermazioni secondo cui “ad Arogno non si potrà più far niente”, oppure “potremo solo sopravvivere” sono uno dei cavalli di battaglia dei favorevoli all’aggregazione. Non lasciatevi ingannare da queste supposizioni oscurantiste. Se consultate il Preventivo del comune di Arogno per l’anno 2020 (lo trovate in internet) potrete constatare che per l’anno 2020 è previsto addirittura un avanzo di esercizio di circa 79’930 franchi. Il contributo di livellamento erogato dal Cantone obbedisce a precise disposizioni legali (art. 4 della Legge sulla perequazione finanziaria intercomunale, che potete consultare in rete) e non può essere dato o tolto a seconda del chiaro di luna. Quindi si smetta di far credere che saremo in miseria e non potremo più far fronte alle necessità del comune. E se poi l’anno prossimo, a causa delle minori entrate del Cantone per il Covid, si fosse anche una riduzione, basterà procrastinare qualche investimento, come fa ogni famiglia responsabile, adeguando la pianificazione finanziaria.

4. Gli effetti negativi dell’aggregazione

La politica delle aggregazioni non fa che favorire la nascita di comuni-dormitorio, i cui abitanti, privati di ogni potere decisionale, possono solo stare a guardare ciò che capiterà nel loro territorio. E non saranno quei tre o quattro rappresentanti nel municipio del comune aggregato a far pendere la bilancia. Oltre a ciò spariranno importanti servizi come parte dell’ufficio tecnico, la cancelleria, in futuro le scuole, la Commissione culturale (appannaggio di Rovio) ed è solo l’inizio.  La continua erosione dei servizi non fa che rendere meno attrattivo il comune e non tiene in considerazione le esigenze della popolazione anziana. Mantenete la propria autonomia significa restare padroni in casa propria.

Alla raccolta delle firme in atto per buttare nella pattumiera il parere di 278 cittadini rispondiamo semplicemente con un

“No, Grazie”.

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Deriva democratica

L’Opinione di Alberto Poli, presidente Atac, pubblicata sulla pagina ALBO de “la Regione”, 27.10.2020

Di Alberto Poli, presidente Atac

L’Associazione ticinese per l’autonomia dei Comuni (Atac) prendendo atto dei risultati delle recenti consultazioni in materia aggregativa, osserva che, ancora una volta, le proposte in votazione non sono state accolte e questo malgrado che i favorevoli abbiano potuto contare su diverse migliaia di franchi pubblici per la loro propaganda mentre i contrari hanno dovuto autofinanziarsi. I politici dovrebbero chiedersi come mai la bocciatura dei progetti è diventata ormai sistematica. Si può continuare a portare avanti una politica basata sulle coazioni? Dopo la raccolta di firme farlocche nel Malcantone, quale altra strategia verrà messa in campo? È evidente che siamo di fronte a situazioni che mettono in serio pericolo la democrazia, eppure si continua per la stessa strada in quanto, dietro alle aggregazioni vi sono mire di accentramento dei poteri con relativi interessi milionari che fanno gola a molti politici di tutti i partiti. V’è da chiedersi se sacrificare i giusti processi democratici in cambio di interessi politico-economici sia la strada giusta da percorrere. Le bocciature che si susseguono dimostrano che i cittadini sono stanchi di questi giochetti di palazzo e che hanno ormai capito che le aggregazioni, con questa legge, sono un inganno che non porta loro alcun beneficio. Sarebbe pertanto ora che il nostro governo sviluppi una vera politica a favore delle comunità periferiche i cui cittadini meritano di essere considerati alla pari di quelli delle città.

Le aggregazioni oltre che causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche, e attività artigianali… E non è che le imposte siano diminuite; in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti, ecc… Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni. Ci auguriamo che la gente sollevi la testa e abbia il coraggio di far pressione sui partiti che appoggiano questa deriva democratica, perché è chiaro che chi abusa e accentra il potere non lo fa per amore della nostra democrazia diretta e non possiede una cultura svizzera. Occorre intervenire per frenare questa derive democratica perché, ignorando il problema, nella popolazione crescerà il malcontento che potrebbe favorire l’insorgere di devianze autoritarie.

Mettere da parte i propri interessi per il bene comune è un sacrificio che il tempo ricompenserà.

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Aggregazioni: «Basta con questa deriva democratica»

Articolo apparso su tio.ch il 25.10.2020, firmato da Giorgio Doninelli. “Le recenti bocciature sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo».”

Aggregazioni: «Basta con questa deriva democratica»

“Le recenti bocciature sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo».

L’associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni usa toni forti contro quella che sarebbe un «politica basata sulle coazioni».”

di Giorgio Doninelli
Giornalista

BELLINZONA – «Deriva democratica», «raccolta firme farlocche», «politica basata sulle coazioni». Non usa giri di parole l’Associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni commentando i risultati delle recenti consultazioni in materia aggregativa, osservando come le proposte in votazione non siano state accolte «e questo malgrado i favorevoli abbiano potuto contare su diverse migliaia di franchi pubblici per la loro propaganda, mentre i contrari hanno dovuto autofinanziarsi».PUBBLICITÀ

L’Associazione invita i politici a chiedersi come mai la bocciatura dei progetti sia diventata ormai sistematica. «È evidente che siamo di fronte a situazioni che mettono in serio pericolo la democrazia, eppure si continua per la stessa strada in quanto, dietro alle aggregazioni vi sono mire di accentramento dei poteri con relativi interessi milionari che fanno gola a molti politici di tutti i partiti».

Le bocciature che si susseguono sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo» e che avrebbero ormai capito che le aggregazioni, con questa legge, sono «un inganno che non porta loro alcun beneficio». Per l’ATAC sarebbe pertanto ora che il nostro governo sviluppi una vera politica a favore delle comunità periferiche i cui cittadini meritano di essere considerati alla pari di quelli delle città.

Oltre a causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, le aggregazioni non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche, e attività artigianali. «E non è che le imposte siano diminuite, in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti, ecc.», sottolinea ancora l’associazione. «Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni».

In conclusione, l’ATAC chiede quindi di frenare questa «deriva democratica» perché, ignorando il problema, «nella popolazione crescerà il malcontento che potrebbe favorire l’insorgere di devianze autoritarie».

https://www.tio.ch/ticino/attualita/1470286/aggregazioni-deriva-cittadini-palazzo-dimostrazione

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Indice di sfruttamento territoriale, edificabilità ed aggregazioni.

Quest’ultimo post vorrebbe stimolare un’ultima riflessione prima del voto alla ricerca di informazioni su una tematica che non è stata affrontata durante questi mesi di incontri pubblici promossi nei quattro comuni dal comitato a favore dell’aggregazione. Non è stata affrontata nemmeno negli articoli apparsi sulla stampa e nei vari commenti pubblicati. Sono bene accetti commenti e contributi che possano stimolare la riflessione anche sulla sorte del mega progetto di Melano per la costruzione di un quartiere residenziale con 123 nuovi appartamenti ( bocciato due volte grazie all”impegno del Gruppo Melano a Misura d’uomo) che potrebbe riguardare il nuovo comune di Val Mara o di Basso Ceresio, se dovesse passare l’aggregazione.

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