Articolo pubblicato da l’Informatore del 27.11.2020
“Le aggregazioni, oltre che causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche e attività artigianali [a livello svizzero, nota personale]. E non è che le imposte siano diminuite; in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti eccetera. Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni.” Alberto Poli e Gabriella Gerosa, presidente e segretaria Associazione ticinese per l’autonomia dei Comuni (ATAC) nell’articolo “Aggregazioni: una deriva democratica”, Corriere del Ticino del 5.11.2020.
Lettera firmata da Elio Gaggini di Arogno, pubblicata su “la Regione”, 27 Ottobre 2020
Ad una settimana di distanza dal voto il rammarico per il risultato non accenna ad attenuarsi: 34, 34 voti sono la differenza che ha determinato il respingimento del progetto aggregativo per il comune di Arogno; il già fortemente ostentato debole potere contrattuale che la nostra popolazione avrebbe avuto nel comune Val Mara è ora nullo; mi chiedo dunque con quale forza in un prossimo futuro il nostro comune possa andare a contrattare con il neonato vicino? Non dobbiamo illuderci che senza la nostra partecipazione il progetto decada, è infatti ridicolo pensare che il consenso arognese sia di fondamentale importanza, i risultati nei comuni a noi vicini hanno chiaramente espresso la volontà di concretizzare quanto è stato pianificato. Sinceramente non mi capacito del risultato, pensavo che la logica ed i fatti bastassero a superare la riluttanza che di primo acchito ha colpito tutti, me compreso. La campagna dei contrari ha fatto leva sui, giusti, sentimentalismi di una popolazione molto legata al proprio territorio, che però in questo caso, mal si sposano con il pragmatismo richiesto dalla politica; in un comune come il nostro, che come è stato più volte riferito non possiede nemmeno l’apparenza di una solidità finanziaria a lungo termine, l’aggregazione rappresentava una concreta soluzione, confido dunque che tutte le persone che coscientemente hanno votato per un rigetto di quest’opportunità siano pronte a proporre valide alternative. Non aver colto quest’opportunità dovrebbe farci riflettere sulla strada futura che intendiamo intraprendere, vogliamo rimanere legati ad un conservatorismo asfissiante, i cui risultati si possono constatare, o cercare di imbarcarci in questo nuovo progetto, che permetterà di affrontare le difficoltà non più come singoli ma come comunità?
Risposta di Mosè Cometta al post di Celso Tantardini ” Ultimi appelli AGLI ELETTORI DI AROGNO” pubblicato ieri 13.10.2020su queste pagine
Caro Celso,
purtroppo la paranoia non è una buona consigliera. Sei veramente sicuro che il mondo intero complotterà contro i poveri arognesi indifesi? Cerchiamo di smetterla di fare le vittime.
Ecco una lista di argomenti per cui ciò che sostieni (che Arogno sarà abbandonato a se stesso) non sta in piedi:
Il budget del Comune aggregato mostra che ci saranno soldi in più rispetto ad oggi. Questi calcoli mostrano che saremo più ricchi pur mantenendo le stesse spese di oggi, ovvero la stessa manutenzione delle infrastrutture. Aggregazione non significa tagli.
La politica non funziona con beghe da bambini piccoli, tentando di fare dispetti. È patetico pensare che gli altri cittadini si coalizzeranno contro Arogno, come se Arogno e i suoi rappresentanti non fossero importanti. Noi saremo parte della nuova realtà aggregata e verremo rispettati come tutti gli altri (e, allo stesso modo, noi non faremo “dispetti” agli altri comuni tentando di tagliare sulla loro manutenzione).
Non confondiamo le decisioni future che si prenderanno su nuovi investimenti con la necessità di garantire un’adeguata manutenzione delle nostre infrastrutture e dei servizi esistenti.
Nel nuovo comune, la scuola e la cancelleria saranno aggregate. Perché mai il nuovo Municipio dovrebbe decidere di consegnare “meno carta” alle maestre di Arogno rispetto a quelle di altre sedi? È un’idea che non sta né in cielo né in terra. I servizi saranno potenziati ovunque invece, proprio grazie a una miglior organizzazione, specializzazione e coordinazione.
Se mai ci dovessero essere tagli, saranno fatti per colpa di una politica liberista, che non ha nulla a che vedere con l’aggregazione e con il fatto che saremo uniti in un unico comune (fra l’altro, ti faccio presente che aggregandoci, i socialisti di Arogno, orfani di rappresentanti ufficiali, potranno federarsi con quelli di Maroggia, molto più forti, per avere una rappresentazione migliore rispetto ad oggi – così come i liberali di Maroggia si appoggeranno a quelli di Arogno per far passare le proprie mozioni).
Se anche pensiamo ad un ipotetico complotto alle spalle di Arogno da parte dei nostri cattivissimi vicini, dobbiamo farlo con un minimo di testa. Più che pensare ai 3 comuni contro di noi (perché dovrebbero farlo?) possiamo immaginare una certa spaccatura tra le esigenze dei comuni “di pianura” e quelli “di montagna”. Bene, anche considerando questa possibilità, i comuni di montagna sarebbero i vincitori della contesa. Guardiamo un paio di cifre. Questi sono i dati ufficiali delle ultime elezioni cantonali:
Come si può vedere, ad ogni appuntamento i due comuni “di montagna” hanno superato i due comuni “di pianura” in numero di votanti.
Come hanno ripetuto più volte i giovani (se solo li si ascoltasse un po’ di più a volte!), non bisogna avere paura del futuro, ma dotarsi degli strumenti migliori per affrontarlo in modo vincente. L’aggregazione garantirà questi mezzi al comune di Arogno.
Di fronte a noi ci sono due strade.
Una, sostenuta dai giovani, da Municipi e Consigli Comunali, dal Cantone, dalla collaborazione che già esiste e che non potrà che moltiplicarsi fra i nostri paesi. Si tratta di una strada che si prospetta rosea e rafforzata da dati fiscali molto incoraggianti per garantire una buona vitalità futura ai nostri paesi.
L’altra, fatta di paura, di timore nel “vicino cattivo che complotterà contro di noi”, di vittimismo e calcoli mal fatti. Che futuro ci propone questa strada? Qual è l’alternativa che ci offrono le paure ventilate dai contrari? Finora, non si è capito affatto.
L’opinione di Gian-Luca Lardi pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 13.10.2020
L’opinione / Gian-Luca Lardi*
Val Mara: un futuro comune
Il 18 ottobre i cittadini di Arogno, Maroggia, Melano e Rovio potranno esprimersi sul progetto di aggregazione che – se accettato – darebbe vita a un Comune «ponte» fra l’ormai grande Lugano e la grande Mendrisio. Nel nostro cantone ogni votazione sulle aggregazioni comunali fa scaturire intense discussioni legate all’identità di paese. Sebbene i cittadini vivano ormai da secoli in un contesto federalistico formato da Svizzera, Canton Ticino e Comune, quest’ultimo livello istituzionale viene spesso venerato come una vacca sacra intoccabile, dove ogni cambiamento debba portare a un vuoto di identità. Un campanilismo romantico e più che comprensibile, un canto delle sirene al quale però – a mio modo di vedere – facciamo bene a resistere.
Negli ultimi decenni la gestione e l’amministrazione di un Comune è diventata sempre più laboriosa e complessa. Indipendentemente dalla grandezza del Comune, i suoi organi devono muoversi in un quadro giuridico, tecnico e amministrativo che richiede ormai specialisti in ogni settore. Più piccoli sono i Comuni, più grandi sono le difficoltà cui far fronte. Il Comune di Rovio ha impiegato quasi un decennio (e parecchie risorse finanziarie per consulenti esterni) per uscire da un periodo di gestione a cavallo del millennio che ci ha mostrato quanto siano irrinunciabili le competenze nelle istituzioni. Oggi il nostro Comune ha fatto ordine in casa propria, ma con 850 abitanti è un’illusione pensare a un futuro indipendente a lungo termine. La fusione dei quattro Comuni della Val Mara e Basso Ceresio è forse l’ultima possibilità per mantenere una propria autonomia comunale fra i poli di Lugano e Mendrisio.
È possibile che la lista degli investimenti contenuta nello studio di aggregazione manchi di realismo. Così come è condivisibile la critica che il processo di aggregazione avrebbe dovuto coinvolgere di più anche le voci critiche, ma chi si è trovato a dover gestire questo progetto in tempi relativamente stretti ha optato per compromessi come lo si deve ormai fare in tutti gli ambiti. Nella mia ottica l’aggregazione permetterà – a medio termine – di offrire a cittadine e cittadini servizi migliori a parità di costi. È invece innegabile che nei singoli paesi i clan familiari non avranno più lo stesso potere che hanno avuto in passato. Le diatribe fra influenti famiglie – spesso scaturite decenni fa ai tempi della prima pianificazione territoriale – non potranno più bloccare per anni progetti di infrastrutture necessarie allo sviluppo dei paesi. Ma questi sarebbero svantaggi? Ritengo sia arrivato il momento di guardare al futuro dando la priorità al bene comune invece che ai privilegi di pochi, pertanto voterò convinto a favore dell’aggregazione.
Ci risiamo, come per ogni grande progetto, più ci si avvicina alla data delle votazioni e più i contrari alzano la voce fomentando paure nella popolazione. Vorrei fornire un rapido elenco di argomenti che smentiscono le loro tesi più infondate.
1) L’aggregazione Val Mara non è comparabile a un’aggregazione fra un piccolo Comune e un grande centro; tutti i paesi sono simili e nessuno perderà potere decisionale. Gli interessati si informino piuttosto sul caso di Maggia, che potrebbe rappresentare bene il futuro di Val Mara.
2) I desiderata dei sindaci attuali non sono leggi scritte nella pietra ma semplici proposte. Spetterà al nuovo Comune – ai suoi cittadini – scegliere in cosa investire. Un cittadino di Rovio potrà finalmente esprimersi sull’opportunità di un progetto a Melano che avrebbe effetti sull’intero comparto, guadagnando di fatto un potere decisionale che oggi non ha.
3) Il nuovo Comune, economicamente forte, potrà garantire una miglior vita sociale ai suoi cittadini investendo meglio, coordinando le varie attività e aiutando ancor di più le associazioni locali.
4) Val Mara avrà più potere contrattuale di fronte al Cantone e agli altri Comuni, facendo rispettare meglio la volontà dei suoi cittadini: il progetto contribuirà a preservare l’autonomia locale di fronte alle pressioni esterne.
5) L’identità non verrà cancellata, come qualcuno teme. Anche i contrari riconoscono la necessità di un miglior coordinamento intercomunale: l’aggregazione è il miglior scenario per questo coordinamento, poiché migliora i servizi ai cittadini e gode di una forza finanziaria superiore a quella dei singoli Comuni.
Prima di votare su un progetto simile è legittimo avere paura. Informarsi, leggendo i documenti, è però un ottimo antidoto. Peccato che i più ferventi oppositori non l’abbiano ancora fatto e continuino a propagare notizie false e mezze verità, negando l’evidenza (ribadita più volte da autorità, documenti ed Enti locali), evitando le occasioni di discussione pubblica e rendendo di fatto impossibile una discussione seria e serena su un progetto tanto importante.
Mosè Cometta
Melano
L’opinione / Giorgio Falconi*
Progetto male organizzato di Giorgio Falconi*
Alcuni cittadini si sono riuniti sabato 5 settembre 2020 per una vera discussione sul tema dell’aggregazione dei Comuni di Arogno, Maroggia, Melano e Rovio (progetto Val Mara, n.d.r.) e la discussione – presenti sia favorevoli sia contrari – è stata molto interessante ed apprezzata da tutti i presenti.
Fra le varie rimostranze sollevate si possono citare l’informazione unilaterale della Commissione aggregazione (composta dai quattro sindaci attuali), la perdita definitiva dell’autonomia comunale svenduta per presunti nuovi servizi nonché la mancanza di un rigore contabile nel gestire il progetto di fusione.
Riallacciandosi alla questione più emotiva della perdita di autonomia, non è chiaro finché non vedremo le schede di voto chi potrà decidere il nome del nuovo Comune (Basso Ceresio o Val Mara). Chi non è favorevole alla fusione potrà dare una preferenza per il nome nel caso i favorevoli ottengano la maggioranza? Oppure è obbligato ad essere favorevole per potersi esprimere sul nome? O forse si dimentica che la Svizzera non è terra di plebisciti?
Il progetto di fusione risulta, infine, disorganizzato: non esiste una amministrazione comunale forte e rodata che lo possa condurre a buon fine in modo veloce e con costi contenuti. Si dovrà votare un nuovo Consiglio comunale e un nuovo Municipio a 7 membri non prima di 12 mesi dopo la votazione del 18 ottobre (pare che non si voterà ad aprile 2021). Il nuovo Consiglio comunale e il nuovo Municipio non avranno quindi nessuna esperienza in merito a come si gestisce una fusione e saranno ostaggio dell’amministrazione (o almeno di quelli che resteranno).
In caso di sì alla fusione, i Comuni potrebbero così sprofondare in un limbo amministrativo di inerzia dove, si odono voci, l’unico tema all’ordine del giorno sarà la revisione dei piani regolatori comunali con lo strumento del piano direttore comunale.
Vale la pena svendere l’autonomia del tuo Comune? Vuoi che il tuo Comune entri nella lista dei Comuni che non esistono più? Votiamo un no convinto a questo progetto inutile e costoso.
In data 09.10.2020, da Joy G. Cometta ricevo questo contributo alla discussione sull’aggregazione
Arogno, quale futuro?
Partendo dalla mia esperienza di Consigliere Comunale, devo dire di essere sempre frustrato quando un dibattito smette di essere costruttivo.
Spesso, infatti ci si concentra sui propri argomenti, dimenticando le problematiche che si dovrebbero discutere.
Solo un dibattito costruttivo può, come da tradizione svizzera, trovare soluzioni concertate e innovative.
Nel dibattito sull’aggregazione ho avuto la stessa impressione.
Non ho visto una sola proposta alternativa da parte dei contrari, che si sono limitati a ripetere i propri argomenti più e più volte (argomenti che oltretutto spesso sono mezze verità o autentiche bugie).
I contrari rimangono ancorati alla loro idea che l’aggregazione è un’invasione del paese da parte di chissà che balivo, e non si schiodano da lì…
Altre persone però hanno lanciato spunti di riflessione interessante. Luca Romano ha portato dei dati che vale la pena analizzare (vedi il commento di LR all’articolo di Mario Delucchi “Aggregazione Val Mara: attenti al lupo”, pubblicato dal CdT e riproposto su questa pagiana).
Se non vogliono l’aggregazione con Val Mara, quali alternative esistono per il futuro di Arogno?
Quali sono i progetti che propongono?
Che progettualità potrà avere il paese?
Senza una risposta a queste domande, i contrari dimostrano di essere figli della peggior tradizione politica del nostro paese, quella tradizione che ci ha portato più volte a opporci ciecamente ad un progetto, lasciando poi ad altri il compito di sbrogliare la matassa e trovare soluzioni alternative.
Non fidatevi di chi dopo aver lanciato il sasso nasconde veloce la mano e si allontana. Se vogliono convincerci a votare di No a un progetto serio per il futuro, devono prima darci un’alternativa migliore.
Volantino recapitato ai tutti i fuochi di Arogno venerdì 8.10.2020 con gli interventi del Sindaco Corrado Sartori, che invita la popolazione tutta a recarsi alle urne e di Guido Casellini – Presidente del PLR, Sezione Arogno-Pugerna – che incoraggia innanzitutto i giovani a non aver timore e votare sì all’aggregazione.
30.09.2020. Il Coordinatore del Gruppo di sostegno all’aggregazione Joy G. Cometta ci invia la replica “Sì a questa fusione”, con un link che rimanda ad un esperienza positiva di aggregazione, in risposta alla lettera “No a questa fusione!“ di Celso Tantardini pubblicata ieri.
Volantino recapitato a tutti i fuochi di Arogno, Rovio, Melano e Maroggia lunedì 28.08.2020 dal Gruppo di sostegno all’aggregazione con la firma del coordinatore Joy Cometta
Hanno avuto l’effetto di un sasso lanciato… nel lago le uscite dei Plr di Maroggia e dell’Alleanza Lega-Udc-Ppd, ostili al progetto aggregativo dei quattro comuni del Basso Ceresio (cfr. laRegione di giovedì). Digerita la rinuncia di Bissone, il progetto di unone fra Maroggia, Melano, Rovio e Arogno sembrava procedere senza particolari ostacoli; ma ora la campagna è lanciata in vista della votazione consultiva del 18 ottobre. È dunque il turno dei promotori di questo progetto, in particolare il sindaco di Rovio e presidente della Commissione studio aggregativo Riccardo Costantini, e del sindaco di Maroggia Jean-Claude Binaghi a far sentire la loro voce per promuovere, dicono «una informazione corretta». Reperibile, puntualizzano, soprattutto sul sito www.progettovalmara.ch. Ci saranno pure altre serate informative, la prossima il 23 luglio al Lido di Maroggia.PUBBLICITÀ
La prima obiezione degli oppositori riguarda un argomento dalla forte presa: il moltiplicatore d’imposta. «Anzitutto – osserva Binaghi – lo scopo del progetto non è quello di spendere meno, ma aumentare l’efficienza e dare ancora maggiori servizi alla popolazione. In particolare alle famiglie con bambini e agli anziani, oltre che a livello di gestione territoriale con i progetti che abbiamo in ballo. Bisogna andare a leggere bene lo studio. Per esempio sul punto riguardante gli sportelli del Comune, che a Maroggia e Melano saranno aperti tutta la settimana, mentre a Rovio e Arogno per quanto riguarda gli orari bisognerà capire quale sarà l’esigenza effettiva della popolazione. Il servizio in realtà viene migliorato rispetto ad oggi, perché ogni cittadino potrà fare capo indifferentemente a uno qualsiasi dei quattro uffici. A Melano ci sarà l’amministrazione generale, ma nello studio abbiamo dislocato i servizi secondo una logica. Ad esempio se una parte dell’Ufficio tecnico sarà ad Arogno, è perché Arogno ha il territorio più vasto, ha molti chilometri di strade e se nevica, nevica prima ad Arogno… Inoltre vogliamo professionalizzare maggiormente le risorse; oggi i segretari comunali sono obbligati a fare i tuttologi, vorremmo migliorare anche i servizi in questo campo. In merito alle scuole, Maroggia è l’unico comune che… le ha già perse, avendo solo una sezione dell’asilo. Sarà il tempo a dire cosa e dove sarà necessario, ma già già oggi abbiamo una direzione scolastica unica».
E il moltiplicatore? «Se ottimizziamo e diamo più servizi, il cittadino è anche disposto a pagarne, ma bisogna spiegare una cosa importante. Coi dati che abbiamo in mano arriviamo ad un moltiplicatore dell’85% al massimo, con degli investimenti, compresi quelli già previsti dai singoli comuni, per oltre tre milioni di franchi all’anno. Noi abbiamo la forza per spendere 32,5 milioni di franchi in una decina d’anni. Chiaramente saranno tutte opere che andranno votate dal Consiglio comunale” dice sempre Binaghi. Cui fa eco Costantini: «Stiamo lavorando sulla carta,sarà il nuovo Comune a stabilire la politica finanziaria».
Feed back positivi
Costantini non avverte un clima di ostilità al progetto. «Siamo sempre stato aperti al dialogo, è giusto che ci siano critiche, però non mi risulta che vi siano più critici che favorevoli. In gennaio i Consigli comunali hanno votato (nettamente ndr) a favore e dalle serate pubbliche abbiamo ricevuto dei buoni feed-back».
Circa la tempistica del voto, obiettano Costantini e Binaghi, è quella prevista dalla legge e decisa dal Consiglio di Stato. Binaghi: «Noi siamo sereni perché ci crediamo, è un’occasione unica per la nostra comunità, possiamo veramente aumentare la nostra progettualita sull’intero comprensorio, che è un territorio fantastico tra lago e monti». Costantini aggiunge: «andiamo così d’accordo che già oggi su molte cose lavoriamo come se fossimo un unico Comune. C’è qualcuno che vuole vedere litigi inesistenti».