Mappale 440 Nessun voto

Arogno dove vai?

Nessun voto da parte mia e nessun credito agli uscenti che si ripresentano al voto di aprile, in quanto hanno dimostrato nei fatti completa miopia e scelte inappropriate almeno su due oggetti di rilevante importanza per la salvaguardia dell’ambiente e per garantire uno sviluppo, per quanto ancora possibile, sostenibile ed armonioso di ciò che resta del nostro patrimonio naturale e “culturale” non edificato. In un periodo in cui la sostenibilià e l’uso parsimonioso del territorio sono elementi imprescindibili, da tenere in seria considerazione quando si pianifica l’estensione delle aree edificabili, qui si è voluto e preferito invece operare sulla scia e nell’ottica di politiche  superate, assecondando di fatto interessi particolari e privati. Questi sono due esempi che porto all’attenzione di chi legge:

1 L’estensione dell’edificabilità sui mappali 440 e 202, nella fascia di verde perimetrale al nucleo storico di Arogno (definita degna di protezione nella sua integrità dall’ISOS, Inventario dei siti svizzeri da proteggere). Oggi infatti possiamo vedere una fitta serie di modine campeggiare sui mappali 440 e 202 che formano l’unico terrazzo pianeggiante prospiciente il nucleo con vista panoramica a 360 gradi sull’intera regione (Monte San Giorgio, patrimonio UNESCO; Collina di Vissino; nucleo storico di Arogno; Monte Sighignola; Val Mara; Monte Crocette; Monte Generoso). Un terreno che, per le sue qualità, dovrebbe eessere lasciato libero da costruzioni. Come è possibile? I piani regolatori non tutelano forse anche i punti panoramici di un territorio?

So che almeno sette opposizioni sono state inoltrate contro questo progetto. Due di queste opposizioni portano la firma di associazioni ticinesi per la salvaguarida della natura e del territorio.

2 Ricordiamo anche, con gli stessi attori principali, i due progetti per una discarica di rifiuti edili a Cassina-Marella: un primo progetto bocciato in referendum nel 2010 ed un secondo progetto, bloccato nel 2019 dai cittadini con la raccolta di 333 firme in poco più di un mese. Il sito di Cassina-Marella, ricordiamolo, si trova sulle pendici occidentali del Monte Generoso protetto oltre che dall’ IFP – Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale –  anche da diverse schede del Piano Direttore Cantonale. Nelle norme di attuazione del PUC – Monte Generoso si può leggere all’Articolo 14.7 : “In tutto il comprensorio sono di principio vietate le deponie e le discariche. E’ riservata la formazione di piazze di compostaggio, previa autorizzazione del Dipartimento”. Con un’interpellanza del 5.12.2019 si è chiesto al Municipio di attivarsi presso l’Ufficio dei rifiuti e dei siti inquinati per lo stralcio della discarica dal Piano di Gestione dei Rifiuti del Cantone. Il Municipio decideva solamente di non andare avanti con il progetto di discarica, ma senza precludere l’utilizzo futuro del sito a tale scopo. Così la porta per un ennesimo progetto di discarica rimane sempre aperta….

Mappale 440, 202

Nel prato di Cassina-Marella

Il prato di Cassina-Marella

Scrive Benedetto Antonini sulla rivista della STAN (Società Ticinese per l’Arte e la Natura) “Il nostro Paese” n. 336, nell’articolo “Paesaggio: è tempo di cambiare prassi” a pagina 44:


“1. Chi fosse chiamato a intervenire su una parte, anche piccola, di territorio per trasformarlo, deve esaminare attentamente la situazione di fatto su scala regionale, locale e puntuale, come si desume anche dalle “Linee guida cantonali” per l’esame delle domande di costruzione pubblicate dal Dipartimento del territorio. Questo esame non può essere limitato alla visita dei luoghi, in situ o mediante dispositivi elettronici, oggi fortunatamente di facile accesso per chiunque, ma deve spingersi a valutare oltre ai documenti di Piano regolatore anche le schede di Piano direttore e l’applicabilità di eventuali inventari federali come l’ISOS, per l’appunto, l’inventario dei Paesaggi protetti (IFP) e l’inventario delle vie storiche (IVS). E con questi non citato che i principali.”

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«L’aggregazione ha portato disaffezione fra i cittadini»

CORRIERE DEL TICINO del 21.01.2021

Alan Del Don

https://epaper.cdt.ch/epaper/viewer.aspx?publication=CDT&date=21_01_2021&tpuid=523#page/15

«L’aggregazione ha portato disaffezione fra i cittadini»

BELLINZONA / Gli storici ex sindaci Marco Cereda (Sementina) e Flavio Guidotti (Monte Carasso) non nascondono una certa delusione dopo la prima legislatura: «I quartieri periferici si sono sentiti un po’ abbandonati dalle istituzioni» 

«C’è una disaffezione generalizzata, a tal punto che purtroppo ci si abitua anche alle cose che non vanno». Non le ha mai mandate a dire, Marco Cereda. Da avvocato l’ex sindaco PLR di Sementina (dal 1996 al 2008) ha il dono dell’arte oratoria. Lo stile è pacato, mai sopra le righe. Le sue parole vanno dritte al nocciolo della questione. E l’argomento è di quelli che pesano: la nuova Bellinzona. «Ero favorevole all’aggregazione e lo sono tuttora, ma questo non vuol dire che tutto stia andando bene. La popolazione dei quartieri non si sente ancora abbastanza partecipe del progetto. Manca quella vicinanza che c’era negli ex Comuni fra autorità e cittadini», osserva con acume.

«Non si reclama a caso»

«Non ci sono quartieri di serie A e di serie B», è sempre stata la risposta tipo del Municipio alle critiche giunte da più parti in questi quasi quattro anni. I quartieri, insomma, sono un valore aggiunto, una ricchezza, come abbiamo titolato venerdì scorso dando spazio alle considerazioni dell’omonimo Servizio che si occupa di curare i rapporti fra l’amministrazione in senso lato e i paesi che compongono la Bellinzona unita. I responsabili hanno tracciato un bilancio positivo delle nove associazioni create finora sul territorio. All’appello mancano Gudo, Bellinzona, Monte Carasso e Sementina, nonostante ad esempio in questi ultimi due ex Comuni vi erano stati dei timidi approcci che finora non sono stati coronati da successo. Se la situazione dovesse restare la stessa fino ad aprile, allora il nuovo Esecutivo si vedrebbe costretto da regolamento a dar vita alle commissioni con nomina di sua competenza. «Difficile dire perché in quei quattro quartieri non sia nata un’iniziativa dal basso. L’unica spiegazione logica potrebbe essere che prima della fusione c’era un altro interesse per la vita di paese da parte della popolazione. Entravi nei bar e con i cittadini si parlava dei problemi di Sementina. Oggi non è più così. Adesso sembra quasi che quando si solleva qualcosa che non va si passa per quello che non fa altro che reclamare. L’ho sempre detto: l’aggregazione è una somma di conseguenze. E naturalmente non tutte possono essere positive». Quali sono quelle negative? «Sono in quello che la gente vede ogni giorno che non funziona. Le piccole cose. E quando queste piccole cose diventano molte, allora il cittadino teme di essere dimenticato». 

Un piano finanziario chiaro

Marco Cereda negli ultimi anni ha più volte fatto le pulci al matrimonio allargato. Nell’ottobre 2018 aveva sollevato, attraverso i giornali, le prime censure, riguardanti soprattutto quella che a suo avviso era la parziale inefficienza delle squadre esterne. Dodici mesi dopo, durante una delle serate organizzate dal sindaco Mario Branda e dai colleghi nei quartieri, aveva rincarato la dose. Biasimando la scarsa cura del territorio e i pochi investimenti previsti in periferia. «Ci sono molte cose da sistemare. Attenzione: questo non vuol dire che prima andava bene tutto. Non sarà facile per il futuro Municipio risolvere il problema della disaffezione dei cittadini. Il piano finanziario è una buona base di partenza perché rende chiare quali decisioni si potranno prendere e quali invece no».

«Ero per un’unione a tappe»

Un altro osservatore privilegiato di quello che è successo nella prima storica legislatura è Flavio Guidotti, ex sindaco PPD di Monte Carasso per tre decenni, dal 1982 al 2012. «Guardi, non mi sorprende affatto che la popolazione si sia allontanata dalla politica. Era ampiamente prevedibile. Il trend infatti era già in atto. Di chi è la colpa: delle autorità o dei cittadini? Bel dilemma», esordisce il nostro interlocutore. Il quale nelle fasi preparatorie del progetto aggregativo aveva posto l’attenzione sul rischio che si correva partendo subito con un matrimonio a 17 (poi alle urne Arbedo-Castione, Cadenazzo, Lumino e Sant’Antonino dissero di no): «Ero per una fusione, all’inizio, di Bellinzona con Giubiasco e in seguito si sarebbe dovuto procedere a tappe. Molti miei concittadini si dicono oggi un po’ pentiti di aver detto sì all’unione. Che non ha risolto tutti i problemi, questo è palese». Ha un consiglio da dare al Municipio che uscirà dalle urne il 18 aprile? «Non ho la bacchetta magica. Avendo fatto politica per molti anni per me le cose sono un po’ più chiare, ma non me la sento di dare suggerimenti».

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“L’autostrada Lugano-Mendrisio continua a non piacere”

Articolo pubblicato su “la Regione” del 24.12.2020

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Interpellanza interpartitica Plr, Ps e Melano popolare democratico, in quanto il progetto “avrà un impatto considerevole sul Comune”

di @laRegione

Continua a non piacere a Melano il cosiddetto progetto di potenziamento dell’autostrada tra Lugano e Mendrisio. Un progetto che secondo quanto evidenziato in un’interpellanza interpartitica Plr, Ps e Melano popolare democratico, “avrà un impatto considerevole sul Comune, con delle conseguenze negative sulla qualità di vita e sull’attrattività del Comune per i residenti e i turisti”. La variante 4.2, selezionata dall’Ufficio federale delle strade (Ustra) e presentata pubblicamente in occasione di alcuni incontri con la popolazione, presenta, secondo i tredici firmatari, “numerose criticità, soprattutto per il nostro Comune. Se a Bissone e a Maroggia sarà infine possibile una ricomposizione paesaggistica, benché parziale, e una diminuzione del traffico in cantonale, Melano sarà al contrario fortemente penalizzato. Si troverà infatti a dover subire numerosi aspetti negativi, sia durante sia a conclusione del progetto, e non otterrà alcun vantaggio importante. In particolare, avremo nel nostro Comune il cantiere principale per il trattamento del materiale estratto durante la costruzione delle gallerie (sul terreno ex Tannini, una delle ultime aree verdi di grandi dimensioni sulle rive del Ceresio) e un nuovo semi-svincolo su due terreni verdi”.

‘Sarà degrado ambientale’

Per i tredici consiglieri, inoltre, la situazione paesaggistica rimarrà invariata: “Le principali cause del degrado ambientale, ossia autostrada e strada cantonale, che tagliano in due il paese, resteranno dove sono. A Melano il traffico in cantonale non diminuirà in modo rilevante e aumenterà in autostrada, causando un aggravio del già importante inquinamento fonico e dell’aria. Quali misure compensative Ustra propone la creazione di un porto con valenza regionale (tra l’altro già richiesto dal Cantone nell’ambito della pianificazione del terreno ex-Tannini) e auspica, ma senza avere in merito potere decisionale, una rinaturazione delle rive tra Melano e Capolago, con la creazione di una passeggiata a lago e una ciclopista. A nostro avviso queste misure, benché positive, non sono assolutamente sufficienti per compensare gli svantaggi che questo progetto porterà al paese”. 

Per queste ragioni, il progetto di potenziamento dell’autostrada tra Lugano e Mendrisio, e in particolare la variante 4.2, non ottiene il sostegno dei consiglieri firmatari, “come d’altronde già espresso da questo Consiglio comunale nella risoluzione del 14 gennaio 2019; così come da parte della popolazione, che ha pubblicamente manifestato la sua contrarietà a questo progetto”. 

‘Vogliamo garanzie’

In vista della consultazione dei Comuni sul progetto, si legge peraltro nell’interpellanza, “riteniamo che alcune garanzie minime, in parte già espresse nell’Appello del 23 giugno 2020 indirizzato al Gran Consiglio e sostenuto in larga maggioranza dai Municipali e Consiglieri comunali di Melano, debbano essere richieste a Ustra. In particolare: 

– l’aggiunta al progetto del prolungamento in galleria a sud di Maroggia, in particolare mediante la garanzia dell’inizio, il prima possibile, della pianificazione per la circonvallazione in galleria del comune di Melano. Riteniamo infatti che interventi sull’A2 con un impatto rilevante sul territorio, come il progetto PoLuMe, andrebbero pianificati, per essere efficaci, a livello regionale. L’aumento della capacità stradale inoltre può essere accettato solo se compensato da un reale miglioramento paesaggistico e ambientale. Questo può essere garantito solo con lo spostamento in galleria di tutto il tracciato. 

– Il coordinamento con il prolungamento a sud di AlpTransit. PoLuMe e AlpTransit avranno un impatto importante sul territorio, sia a progetti conclusi, ma anche durante la realizzazione. Per evitare di dover convivere con due cantieri di notevoli dimensioni in rapida successione sull’arco di 20 anni, con tutti i disagi che ne derivano per i residenti, è fondamentale garantire un coordinamento di questi due grandi progetti e la realizzazione simultanea di talune opere, anche con l’obiettivo di ridurre i costi. 

Tre richieste

In relazione alla progettazione di AlpTransit, i consiglieri approfittano dell’occasione “per sostenere la presa di posizione del Municipio di Melano che contesta l’ipotesi di variante AlpTransit con la realizzazione della prima tappa in galleria solo da Melano a Chiasso e che prevede un raccordo a Lenaccio. Come espresso dal Municipio, riteniamo fondamentale per il nostro Comune e per tutta la regione che la galleria parta almeno da Bissone”. 

Da qui le richieste rivolte al Municipio di Melano:

– Elencare in dettaglio nella risposta alla consultazione al progetto le criticità per il nostro Comune conseguenti alla scelta della variante 4.2 del Polume (sopra citate)? 

– Chiedere, sempre nella risposta alla consultazione e quale compensazione ai numerosi svantaggi per il nostro Comune derivanti dalla realizzazione di questo progetto, l’aggiunta della circonvallazione di Melano in galleria, iniziando il prima possibile la progettazione in questo senso? 

– Chiedere ai Municipi dei Comuni limitrofi, e in particolare a quelli che faranno parte del nuovo Comune aggregato Val Mara, di includere le richieste dei due punti precedenti anche nelle loro risposte alla consultazione, quale sostegno al nostro Comune e futuro quartiere del comune aggregato? 

Questi i firmatari: Sofia Mangili, Camillo Mangili, Marzio Proietti, Mariagrazia Proietti, Martino Casellini, Jgor Zocchetti, Pia Pittaluga, Raoul Ritter, Alessandro Cavasin, Rosalba Cavasin, Ornella Meroni Bernasconi, Beatrice Ferrari e Theo Maffei.

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Il sogno

Troviamo questo scritto nella casella di posta elettronica e lo pubblichiamo volentieri.

Una giornata da Valmarese

Ho appena spento la luce. Il sonno arriva piano piano e con esso immagini sempre più nitide…Sogno di essere un Valmarese, già da alcuni anni.

-Di dove sei?, mi chiede il mio nuovo compagno di lavoro , e io rispondo: – Di Ar…, cioè, di Valmara. Lo sguardo incredulo del mio interlocutore mi costringe per l’ennesima volta a spiegare che non abito in una valle, ma in un paese che un tempo era il comune di Arogno, ma che ora, purtroppo, non c’è più. Lui non capisce perché, se è un paese, si chiama con il nome di una valle.

-Lascia perdere, gli dico.

Devo andare in Municipio per ottenere un estratto della mappa comunale. Prendo l’autopostale, perché non guido. Devo andare a Melano, ma poi, per rientrare, quanto dovrò aspettare? Mah! Trovo il Municipio, è il municipio di Valmara. Bello, non c’è che dire. La signorina mi chiede un documento di identificazione,…sa, non la conosco. Già, come potrebbe conoscermi? Neanch’io la conosco. -Le preparo l’estratto per domani, può passare a prenderlo? Che vuoi che dica? Altro autopostale, altre ore di attesa, mezza giornata persa. -D’accordo, tornerò domani.

La sera, mio nipote, che frequenta le medie a Riva, mi chiede un aiuto per i compiti. Deve scrivere i nomi di sindaco, municipali, segretario comunale, presidente del Consiglio comunale. Non so che dire, uno mi pare di conoscerlo, credo sia di Rovio, ma non ne sono certo. Il sindaco…boh, il segretario…forse è il marito di…no, non può essere. Guardiamo in internet, se abbiamo fortuna li troviamo. Ci salviamo con la tecnologia.

Nella bucalettere trovo un volantino che annuncia per giovedì prossimo una conferenza interessante a Maroggia, organizzata dalla Commissione culturale di Rovio. Pare che presentino un nuovo progetto per la discarica. E io come ci vado? La sera non ci sono più corse postali. Dovrei chiedere in giro, magari conosco qualcuno che ci va. Quando Arogno c’era ancora, alle serate organizzate dalla Commissione culturale ci andavo a piedi. Mi sa che dovrò rinunciare.

Mi dicono che il Municipio ha proposto di spostare tutti gli allievi delle elementari a Melano. Si farebbero delle sezioni monoclassi invece delle pluriclassi e si risparmierebbero due docenti. Un bel guadagno sia per lo Stato che per il Comune. Alcuni genitori sono inferociti perché avevano promesso che le scuole sarebbero rimaste in paese. Hanno promosso una sottoscrizione da inviare a Bellizona. Hanno firmato tutti, anche quelli che volevano l’aggregazione. Chissà come andrà a finire!

A giorni arriveranno le dichiarazioni d’imposta. Quacuno le ha già ricevute. Quando sono diventato Valmarese, i primi tempi avevamo il  moltiplicatore all’85%%. Adesso è già al 90%. Per forza, il debito aumenta a vista d’occhio. A Maroggia e Melano hanno fatto un sacco di lavori. Ad Arogno invece aspettiamo ancora di sistemare i posteggi sotto l’ex municipio. I due rappresentanti dell’ex comune di Arogno che siedono in Municipio ci hanno provato, ma sembra che le priorità siano altre. Forza, magari col tempo…

Suona la sveglia, il sogno svanisce. Mi sembra sia durato l’intera notte. Sul tavolo di cucina trovo una lettera del Municipio che stavo leggendo ieri sera. In alto a sinistra campeggia una bella testa di caprone. Sorrido compiaciuto. Sono ancora di Arogno.

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Alcuni pensieri in libertà

Riflessioni sul volantino “Un futuro per Arogno” recapitato oggi a tutti i fuochi del paese dai sostenitori dell’aggregazione.

Se il volantino recapitato a tutti i fuochi è la risposta che avevi promesso…

Ritengo che questo insistere nel voler a tutti costi e frettolosamente reintegrare Arogno nel processo aggregativo sia pernicioso sotto molti punti di vista. Dimostrate di essere dei cattivi perdenti. Dopo aver accusato i contrari all’aggregazione di essere diffusori di disinformazione, ora dal volantino non traspare altra preoccupazione che quella economica e finanziaria a breve termine, che naturalmente è importante, ma non è l’unico aspetto rilevante nella vita di un Comune; mentre per voi la questione finanziaria è lo strumento principale su cui fare leva per ribaltare la votazione consultiva svoltasi in modo democratico. Una volta aggregati, se mai lo saremo, la questione finanziaria non sparirà come d’incanto. Sarà sempre lì, mentre scompariranno alcuni servizi di prossimità, come pure mestieri e professioni; non ci sarà più l’anima politico-amministrativa del comune, forse anche le scuole. Il villaggio diventerà un quartiere dormitorio in cui sarà sempre più difficile ottenere ciò di cui si ha  bisogno, perché le esigenze di “quartiere” saranno vagliate e confrontate con le esigenze e le priorità degli altri quartieri dell’entità. E questa nuova entità in competizione con le altre, cosa non farà pur di essere attrattiva per le nuove famiglie? Costruirà centri sportivi, porti regionali, autosili, mentre i privati costruiranno, se potranno, stabili abitativi per le nuove famiglie, perché questa è lagica…

Nella attuale fase storica, però, questi processi disegnati a partire dagli anni Novanta, in epoca neoliberista, stanno dimostrando segni di esaurimento. Vuoi perché non hanno saputo corrispondere alle promesse, vuoi per un sempre maggiore senso di precarietà ed insoddisfazione che si è diffuso nella società e verso la classe politica in generale che ha cavalcato questa ideologia.

Con il tempo verrà meno anche l’attaccamento dei cittadini al territorio stesso, perché l’istituzione che lo governa sarà sempre meno raggiungibile, elitaria, lontana.

Avrei voluto più riflessione, e di spunti ce ne sono stati sui post pubblicati, sui processi aggregativi e la loro storia che rimanda a movimenti ben più ampi quali la globalizzazzione, l’urbanizzazione del territorio, la metropolizzazione, di cui su scala ridotta i processi aggregativi fanno parte, ma anche sugli attori che tali processi promuovono e amministrano.

Come senza riscontro, ad ulteriore prova che non c’è attenzione verso argomenti e fatti che  potrebbero condizionare la tua e vostra visione, o che forse non capite, altrimenti non avreste scritto il capitoletto “E’ etico farsi mantenere?”, c’è il fatto che nel Canton Ticino nel 2020, 36 entità comunali hanno versato nel fondo di perequazione  70’459’639 milioni di franchi, mentre 78 entità, tra comuni e quartieri, hanno prelevato 72’459’639 milioni di franchi dal fondo di compensazione, di cui 2’000’000 dalle riserve.

Cosa vuol dire questo in un territorio come il Canton Ticino? 

Non tutti possono creare ricchezza sul proprio territorio comunale. Molti dei cittadini di comuni che attingono al fondo di perequazione, partecipano come pendolari (medici, infermieri, impiegati, operai, insegnanti, cuochi camerieri, inservienti, eccetera, eccetera) alla creazione di ricchezza in quei centri dove la ricchezza si produce perché lì ci sono le infrastrutture, ci sono uffici, banche, fabbriche, scuole superiori, grandi magazzini, ristoranti, alberghi, musei, teatri. Ospedali. Senza apporti esterni, Lugano non sarebbe quella che è. In compenso i comuni che usufruiscono del fondo, partecipano alla creazione di ricchezza generale, assumendosi i costi delle infrastrutture locali come le strade, gli acquedotti, che permettono alle persone di viverci, i costi della formazione di base – le scuole comunali, per intenderci -, eccetera, eccetera. Lugano non sarebbe Lugano se attorno avessse il deserto. Ecco il senso del fondo di perequazione. E far leva sul senso etico a proposito di questo argomento sfiora la disonestà o l’ignoranza.

Renato Quadroni

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Occasione più unica che rara.

Questito domenicale di Renato Quadroni, 06.12.2020

L’avanzata del movimento ecologista a scapito dei partiti tradizionali nelle ultime elezioni federali ed il rinvio delle votazioni comunali in Ticino in primavera, causa Covid-19, sono tra i motivi della “magica accelerazione” del processo aggregativo  dei comuni della Val Mara, culminato nella votazione consultiva del 18 ottobre che sappiamo come è andata a finire. Occasione più unica che rara, avranno pensato alcuni sindaci che gestiscono questi comuni, per impostare il nuovo comune e fare gioco senza doversi confrontare con il risultato delle urne per ulteriori altri anni. Resta da capire chi era o chi erano i motori che trainavano il carro…

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Presa di posizione

Lettera aperta ai Signori Municipali e Consiglieri comunali di Claude Stauffer, 02.12.2020                                             

Aggregazione                    

Cari Signori Municipali, Cari Consiglieri comunali, Cari amici,

Come semplice cittadino, mi permetto inoltrarvi questa presa di posizione. Ho assistito, via streaming, alla “seduta” del 23 novembre. Per riassumere la situazione attuale:

  1. I cittadini non hanno accettato, con 34 voti di scarto, il progetto di aggregazione. Il risultato è chiaro e non può dar luogo a contestazioni. Su 5 comuni, due hanno rifiutato il progetto. Una petizione firmata da alcuni cittadini, con unico obbiettivo di contestare il voto popolare (!), non cambierà nulla.
  2. Il Consiglio di Stato ha dichiarato che “per Arogno, l’aggregazione è più un opportunità che una necessità”. Quindi il caso è chiuso. Arogno proseguirà la sua strada in modo autonomo.
  3. I tre comuni restanti, Maroggia, Melano, Rovio, dovrebbero proseguire sulla via dell’aggregazione. Cambieranno il nome perché di Val Mara rimane ben poco. Per questi tre comuni, la fusione ha ancora un senso ? Maroggia verrà assorbita da Melano e Rovio rimane solo a quattro chilometri…
  4. Il 18 aprile 2021, covid permettendo, si rinnoveranno i poteri comunali.

Detto questo, cosa possiamo fare e proporre ?

  • Primo, perché i cittadini hanno rifiutato il progetto ? Sarebbe interessante individuare i motivi per cui una maggioranza di cittadini non ha condiviso il parere del Consiglio comunale e rifiutato il progetto presentato dal Municipio, entrambi sconfessati dai votanti.  Sarà il punto di partenza per una riflessione più ampia e permetterà di capire il perché del no. Personalmente, vedo come motivi di rifiuto : un progetto che viene dall’alto e non dal basso; investimenti previsti per il nostro paese ridicoli; mancanza di sensibilità sulla situazione particolare di Arogno (paese di montagna in confronto ai villaggi “lago”, ecc). Potrei continuare, ma il compito di trarre un bilancio attendibile compete al Municipio o al CC.
  • Secondo, mi sembra fondamentale interpretare il voto dei no. Non penso che tutti quelli che hanno votato NO sono contro una fusione. Ma certamente hanno votato contro questo progetto, elaborato male, presentato con errori di comunicazione, e senza aver organizzato un dibattito costruttivo con i cittadini. Certamente, ci sarà una parte che rifiuteranno qualsiasi progetto e voteranno sempre di no. Ma ci sono anche dei NO che sono pronti a riflettere e trovare delle soluzioni adeguate ai desideri di una popolazione. Magari, vi potrebbe essere una soluzione intermedia, tipo regionalizzazione.
  • A questo punto, non resta che costituire una commissione ad hoc, composta da cittadini ed eletti, al di là dei partiti.

Questa  commissione avrà il compito di trarre gli insegnamenti di una sconfitta programmata ed elaborare un progetto a lungo termine per il comune di Arogno. Con calma. Lasciamo tempo al tempo.

Nulla deve essere escluso: dal rimanere soli alla regionalizzazione, riflettere sugli argomenti a favore di uno studio di aggregazione (con chi ?), le possibilità di sviluppo, il piano finanziario, ecc

Il rapporto redatto dalla commissione sarà discusso, prima in CC, poi sottoposto alla popolazione con riunione e discussione.

Si tratta di costruire l’Arogno di domani e sicuramente non di rilanciare un processo aggregativo morto e sepolto.

Con i miei più cordiali saluti.

C. Stauffer. cstauffer@bluewin.ch

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Aggregazione Val Mara

Alcune considerazioni dopo il Consiglio comunale extra LOC del 23 novembre scorso. 28.11.2020.

1. Rappresentatività dei consiglieri comunali

La riunione del Consiglio Comunale del 23  novembre scorso si è praticamente conclusa con l’intento di raccogliere firme per capovolgere la votazione consultiva che ha chiaramente detto NO al progetto di aggregazione. Una pessima dimostrazione di come si intenda il ruolo del consigliere comunale che, in quanto rappresentante della popolazione, dovrebbe rispettare le decisioni del popolo, invece di opporvisi. Non lasciamoci influenzare, rispondiamo con un altro NO a questo modo di aggirare le nostre convinzioni.

2. Importanza della consultazione

Abbiamo più volte sentito dire che la votazione dello scorso ottobre, in quanto consultiva e non decisionale, non ha gran valore. Un altro modo per non voler riconoscere di aver perso. Perché il Cantone promuoverebbe le consultazioni popolari, se non hanno valore?  Perché scomodare i cittadini di un comune, se poi il loro pensiero non conta? Le consultazioni sono la base per una decisione responsabile e lo ha dimostrato il Consiglio di Stato abbandonando l’idea di includere Arogno del progetto aggregativo.

3. La situazione finanziaria di Arogno

Le generiche affermazioni secondo cui “ad Arogno non si potrà più far niente”, oppure “potremo solo sopravvivere” sono uno dei cavalli di battaglia dei favorevoli all’aggregazione. Non lasciatevi ingannare da queste supposizioni oscurantiste. Se consultate il Preventivo del comune di Arogno per l’anno 2020 (lo trovate in internet) potrete constatare che per l’anno 2020 è previsto addirittura un avanzo di esercizio di circa 79’930 franchi. Il contributo di livellamento erogato dal Cantone obbedisce a precise disposizioni legali (art. 4 della Legge sulla perequazione finanziaria intercomunale, che potete consultare in rete) e non può essere dato o tolto a seconda del chiaro di luna. Quindi si smetta di far credere che saremo in miseria e non potremo più far fronte alle necessità del comune. E se poi l’anno prossimo, a causa delle minori entrate del Cantone per il Covid, si fosse anche una riduzione, basterà procrastinare qualche investimento, come fa ogni famiglia responsabile, adeguando la pianificazione finanziaria.

4. Gli effetti negativi dell’aggregazione

La politica delle aggregazioni non fa che favorire la nascita di comuni-dormitorio, i cui abitanti, privati di ogni potere decisionale, possono solo stare a guardare ciò che capiterà nel loro territorio. E non saranno quei tre o quattro rappresentanti nel municipio del comune aggregato a far pendere la bilancia. Oltre a ciò spariranno importanti servizi come parte dell’ufficio tecnico, la cancelleria, in futuro le scuole, la Commissione culturale (appannaggio di Rovio) ed è solo l’inizio.  La continua erosione dei servizi non fa che rendere meno attrattivo il comune e non tiene in considerazione le esigenze della popolazione anziana. Mantenete la propria autonomia significa restare padroni in casa propria.

Alla raccolta delle firme in atto per buttare nella pattumiera il parere di 278 cittadini rispondiamo semplicemente con un

“No, Grazie”.

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Arogno, la raccolta di firme parte dai giovani

Articolo pubblicato da l’Informatore del 27.11.2020

“Le aggregazioni, oltre che causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche e attività artigianali [a livello svizzero, nota personale]. E non è che le imposte siano diminuite; in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti eccetera. Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni.” Alberto Poli e Gabriella Gerosa, presidente e segretaria Associazione ticinese per l’autonomia dei Comuni (ATAC) nell’articolo “Aggregazioni: una deriva democratica”, Corriere del Ticino del 5.11.2020.

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Consiglio Comunale Straordinario Comune di Arogno

Pubblichiamo la registrazione del Consiglio Comunale Straordinario del Comune di Arogno che si è svolto oggi 23.11.2020 in streaming, per chi non l’avesse visto. Ringraziamo il Comune per questo servizio. Purtroppo a difendere le ragioni del NO all’aggregazione c’era un’unica consigliera. Ad un certo punto due consiglieri comunali hanno insistito un po’ troppo sulla disinformazione cui sarebbero state vittime coloro che hanno votato NO. Vogliamo far notare che molti contrari all’aggregazione si sono impegnati con scritti, lettere ed hanno partecipato attivamente alle riunioni informative di Arogno. Con delusione apprendiamo ora che è in corso una raccolta di firme per cambiare l’esito della votazione consultiva che si è appena tenuta, e del cui risultato il Consiglio di Stato ha preso atto proponendo al Gran Consiglio un’aggregazione a tre. Ora si vogliono rimescolare le carte, per ribaltare una votazione. Questo, come già scritto da un sostenitore del NO, è un pessimo esempio di comportamento civico e di democrazia à la carte. Ne prendiamo atto.

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QUO VADIS? Capriasca: traditi indirizzi e scelte pianificatorie

L’opinione di Gabriele Quadri pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 19.11.2020

https://epaper.cdt.ch/epaper/viewer.aspx?publication=CDT&date=19_11_2020&tpuid=523

QUO VADIS?

Capriasca: traditi indirizzi e scelte pianificatorie

Le conseguenze nefaste di un’aggregazione mal gestita sono ormai sotto gli occhi di tutti. Invece di preoccuparsi della conoscenza e della cultura del vasto territorio di valle, non trascurando i fondamentali rapporti con la popolazione, la gestione politica di Capriasca si è viepiù trasformata in un controproducente e poco democratico «esercizio di potere». Nelle ultime legislature si è di conseguenza già assistito a un pericoloso accentramento di potere e di realizzazioni su Tesserete, senza porre la dovuta attenzione alle aree periferiche. Sintomatico il tentativo di alienare beni comunali delle precedenti amministrazioni come i vecchi edifici scolastici. Sono così stati clamorosamente traditi indirizzi e scelte urbanistiche, che avrebbero dovuto assecondare la vocazione di «polmone verde» della cosiddetta «grande» Lugano. I buoni propositi di zona di svago e di relativa vocazione turistica dell’antica pieve hanno, oggi, evidenziato limiti e omissioni entrando in conflitto con una poco oculata valorizzazione delle risorse ancora ben presenti sul territorio. Antiche mulattiere e aree potenzialmente agricole si trovano, per esempio, in uno stato di deprecabile abbandono. L’attuale amministrazione si è dunque dimostrata priva di una più coerente visione di sviluppo e di progresso. Ha dimostrato, al contrario, tutto il possibile per rompere equilibri urbanistici e ambientali optando per scelte contraddittorie e quasi sempre poco funzionali. Il piano viario e la percorribilità del centro, per esempio, con l’assenza di una circonvallazione, si possono considerare falliti. L’insufficiente conoscenza del territorio e dei suoi valori sta massacrando gli antichi nuclei protetti, come per esempio quelli un tempo suggestivi di Bigorio o di Sureggio. La cementificazione della valle continua come sarà probabilmente, fra poco, per i ronchi di San Matteo, di cui non resterà che un vago ricordo. Molto semplicemente, una valle non può essere trasformata in una squallida periferia urbana senza pagarne le amare conseguenze! Con un moltiplicatore d’imposta alle stelle (il più alto dell’intero Luganese), la precarietà dei servizi, i costi ingenerati dalla necessità di nuove infrastrutture (abbiamo condutture dell’acqua potabile risalenti agli anni Quaranta del secolo scorso), l’attrattività fiscale di Capriasca, fra tasse dirette e indirette, sarà ben presto ridotta a zero. Si ha l’impressione che l’esercizio di un potere piuttosto occulto e molto amministrativo abbia preso il sopravvento sul «servizio» dovuto ai cittadini elettori e contribuenti. Posti spesso di fronte a scelte fondamentali precedentemente stabilite a tavolino e legate più che altro a gruppi d’interesse quasi esclusivamente privato, così come sarebbe dovuto succedere con il comparto dell’oratorio.

Gabriele QuadriCagiallo-Capriasca

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Val Mara, ora si pensa a un’aggregazione a tre

Corriere del Ticino online del 12.11.2020

https://www.cdt.ch/ticino/lugano/val-mara-ora-si-pensa-a-un-aggregazione-a-tre-XC3433642?_sid=1c0N1Zoj

Maroggia, Melano e Rovio vogliono proseguire nel progetto aggregativo senza Arogno (che in votazione consultiva ha respinto la proposta). Il comune di Val Mara potrebbe quindi comunque vedere la luce, ironicamente senza un bel pezzo della val Mara: «Siamo intenzionati ad andare avanti – ci dice il sindaco di Melano Daniele Maffei. – Non ci sono elementi contrari che ci dicano di fermarci». I tre Comuni hanno già discusso della cosa con la Sezione enti locali (SEL) «e ci sembra che anche da parte loro ci sia un’apertura». Hanno chiesto, inoltre, al Governo di posticipare le elezioni previste ad aprile, una facoltà concessa dalla Legge sulle aggregazioni ai Comuni che abbiano detto sì in votazione consultiva prima della fine di novembre. Si attende una risposta in merito dal Consiglio di Stato.

Questo il loro desiderio, starà ora al Consiglio di Stato vedere se assecondarlo. Esso deve infatti stendere un messaggio all’indirizzo del Gran Consiglio con una raccomandazione. Le opzioni sono tre: o abbandonare il progetto, o proseguire a tre, o inserire anche Arogno (ma questa è di gran lunga la più improbabile, dato che è stato più volte ribadito un no deciso alle fusioni coatte). Naturalmente, il Gran Consiglio potrà poi distaccarsi da quanto gli sarà proposto.

Il Legislativo si confronta

In tutto ciò, Arogno non sta alla finestra. Su richiesta di sette consiglieri comunali, lunedì il Legislativo è convocato in sessione straordinaria (extra-LOC) «per discutere il futuro del nostro paese». Sessione che potrà essere seguita in streaming alle 20.30 e in cui i consiglieri comunali (quasi tutti avevano avallato il progetto aggregativo) si confronteranno per capire come procedere.

Il precedente

Una situazione simile si era creata in seguito alla votazione consultiva per creare il comune di Tresa: Croglio, Monteggio e Ponte Tresa avevano detto sì, mentre Sessa si era tirata fuori per poche schede, salvo poi rientrare dalla finestra una volta capito che gli altri tre avrebbero proseguito con il progetto. Decisiva era stata una petizione firmata da più di metà degli aventi diritto di voto che aveva convinto il Gran Consiglio a reintegrare il Comune nel progetto. Va detto, però, che la differenza di voti a Sessa percentualmente era minore rispetto a quella emersa ad Arogno (con i no al 53%).

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Maroggia ha l’occasione di prendere un’altra strada

Articolo apparso sul Corriere del Ticino del 06.11.2020 a firma di Giuliano Gasperi

Maroggia ha l’occasione di prendere un’altra strada

PROGETTO / Con il potenziamento dell’autostrada verrà spostata la cantonale allontanando il traffico dal nucleo Il tracciato attuale verrà dedicato alla mobilità lenta – La soddisfazione del sindaco e la fiducia dei commercianti

Giuliano Gasperi

Passare da settecentosettantacinque (parola lunga come le code che sottintende) a venticinque auto all’ora è qualcosa di più di un semplice miglioramento. È un altro mondo. Siamo a Maroggia, dove il progetto di potenziamento della A2 prevede di dedicare alla mobilità lenta e al servizio a domicilio il tracciato occupato oggi dalla strada cantonale, destinata ad aggirare il nucleo.

Ci si potrà sbizzarrire

Impatto visivo, rumori, odori, sicurezza, fruibilità dello spazio pubblico: la parte centrale di Maroggia cambierà sotto diversi punti di vista. «Con il declassamento della cantonale avremo un grande ‘campo’ che resterà libero – constata il sindaco Jean-Claude Binaghi – È vero che qualche auto dovrà ancora passare, ma avremo tanto spazio per creare un percorso riservato ai ciclisti e a chi vorrà farsi una passeggiata: ci si potrà sbizzarrire».

È un affare o no?

Il cambio di prospettiva coinvolge anche le attività economiche affacciate sull’odierna strada cantonale e in questi casi non è scontato parlare di soddisfazione. Se alcuni commercianti vedono di buon occhio l’eliminazione del traffico a favore di una mobilità dolce, altri sono spaventati dalla perdita del «passaggio», dal rischio di essere lontani dal flusso. Dipende chiaramente dal genere di attività. Guglielmo Sonego, titolare del negozio di scarpe al civico 7 di via Longhena, a due passi dalla strada, non ha paura di veder sparire le macchine. «Ormai è parecchio tempo che il commercio si è spostato fuori dai paesi – commenta con un filo di rassegnazione – La clientela affezionata verrà comunque e tutti godranno di un ambiente migliore senza il traffico di oggi. Certo, sarebbe meglio infilarlo tutto in galleria e non vedere più niente, anziché svincoli e semisvincoli, ma d’altronde cosa possiamo fare… Vediamo come evolve il discorso». 

Non è pessimista nemmeno Elisa Botta dell’Osteria La Palma, situata a pochi passi dalla stazione. «Al bar è un argomento di discussione. Da quello che abbiamo capito, il progetto non è troppo invasivo a livello ambientale e questo è un bene. È vero che il cantiere porterà disagi, ma verranno gli operai: l’economia locale potrà beneficiarne». Sul rischio di perdere il passaggio di auto, la nostra interlocutrice ha le idee chiare: «Chi vuol arrivare, arriva. Tanto se il traffico è congestionato la gente non si ferma comunque, perché non può perdere tempo mentre va al lavoro».

Dietro sarà diverso

Finora abbiamo parlato della parte centrale di Maroggia, quella lungo la strada cantonale, dove il progetto della nuova A2 sembra effettivamente portare diversi vantaggi. E per chi invece abita ai piedi della montagna? Da quella zona oggi passa «solo» l’autostrada, ma un domani ci sarà anche la nuova cantonale (linea rossa del grafico) che sarà composta in parte dal tracciato attuale della A2 e in parte da una circonvallazione che si collegherà (passando sotto la futura A2) con lo svincolo di Melano. Su questo tracciato sono attese 605 auto all’ora. Sulla nuova A2 invece ne sono previste 4.700 contro le 2.640 attuali, ma con una viabilità più fluida grazie alla terza corsia. Sta di fatto che ci sarà un bel movimento da quelle parti. 

«È vero, chi abita in quella zona non vedrà sparire il traffico e in più avrà la circonvallazione, ma è un dazio che va pagato – dice il sindaco – Teniamo presente che l’orizzonte del progetto è il 2040 e allora, forse, ci saranno molte più auto elettriche, o comunque meno rumorose. Il Comune, in ogni caso, vigilerà sull’impatto fonico del progetto». L’Ufficio federale delle strade sa che questo è un tema sensibile. I nuovi portali autostradali, ad esempio, nasceranno già con una protezione fonica integrata. 

Tutto sommato

Un altro disagio, inevitabile, è quello dei cantieri. «Bisognerà sorbirseli – osserva Binaghi – ma globalmente, analizzando il progetto da Melide a Melano, i benefici sono notevoli. Per Maroggia in particolare la soluzione prospettata è buona, se pensiamo che si era partiti dall’idea di una rotonda sul fiume Mara». Scenario che fa tornare in mente un famoso brano di Fred Bongusto, Una rotonda sul mare, ma in quel caso Maroggia non sarebbe stata dell’umore di cantare

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Aggregazione Val Mara: quali prospettive?

laRegione, 29 ottobre 2020 Di Mario Delucchi e Celso Tantardini (seguono altri 18 firmatari)

Terminate le consultazioni della popolazione dei comuni della Val Mara, è ora tempo di bilanci e di riflessioni. Il progetto ha rivelato fin dall’inizio il suo principale punto debole, cioè quello di voler aggregare entità profondamente diverse fra di loro per conformazione territoriale, cultura e storia. Ne è nato un mosaico eterogeneo, in cui due comunità non si sono per niente riconosciute: Bissone e Arogno. Il primo, con il netto rifiuto già a livello di Consiglio comunale, il secondo con un chiaro voto popolare contrario (278 contro 244), avvalorato da una massiccia partecipazione alle urne (70,5%), segno del grande attaccamento degli elettori per il proprio paese. In sostanza, su cinque comuni chiamati in causa, solo tre hanno aderito alle proposte dei rispettivi municipi: Rovio, Maroggia e Melano. E ora, quali sono le prospettive? Il Consiglio di Stato ha accettato il rifiuto di Bissone senza porre alcuna condizione. Dall’Esecutivo cantonale ci aspettiamo analogo atteggiamento di rispetto della volontà popolare anche per Arogno. Un eventuale tentativo di far cambiare parere alla popolazione di Arogno, sia da parte del Cantone, sia da parte dei fautori dell’aggregazione sarebbe una pessima lezione di civica. Sarebbe come dire che le regole democratiche valgono solo quando fanno comodo.

La votazione di Arogno non va letta in termini di vincitori e vinti, ma come legittimo desiderio della popolazione di continuare a sussistere in autonomia con il contributo di tutti, contrari e favorevoli all’aggregazione. Attorno a questo desiderio di autonomia, il paese deve ritrovare la sua coesione in un continuo dialogo tra visioni magari diverse, ma non per questo contrapposte. Vivere in una comunità significa saper comprendere l’altro, anche quando le idee divergono. Favorevoli e contrari all’aggregazione sono prima di tutto cittadini di Arogno, donne e uomini ai quali deve premere innanzitutto il benessere della comunità in cui vivono. Ciò premesso, come è già stato scritto, le soluzioni possibili sono tre: la prima consisterebbe nel proseguire l’iter aggregativo senza Arogno, cioè soltanto tra Rovio, Maroggia e Melano, una soluzione che i comuni interessati dovranno valutare attentamente, poiché le prospettive saranno diverse rispetto a quelle descritte nel precedente progetto. La seconda, quella di un’aggregazione coatta del comune di Arogno da parte del Gran Consiglio, una prova di forza che non si giustificherebbe neppure lontanamente, tenuto conto del numero degli abitanti (circa mille), delle caratteristiche territoriali (un’estensione quasi uguale alla somma del territorio degli altri tre comuni) e della capacità del comune di far fronte ai servizi necessari alla popolazione. La terza soluzione, quella che noi auspichiamo, suggerirebbe di soprassedere a questo progetto, dilazionandone la ripresa in tempi migliori. Migliori anche dal punto di vista delle risorse comunali e cantonali, che dovranno essere oculatamente riviste a seguito del salasso finanziario prodotto dalla pandemia che stiamo vivendo. Come è accaduto in altre regioni del Cantone, fra qualche anno le sensibilità e le prospettive potrebbero cambiare. Nulla è immutabile. In altre parole, vorremmo che si evitassero decisioni avventate, dettate dal desiderio di “aggregare” anche a costo di creare dolorose fratture tra le comunità interessate. Ripensare un progetto non è una sconfitta, ma indice di saggezza.

e sul CORRIERE DEL TICINO con un altro titolo

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Aggregazione mancata

Lettera firmata da Elio Gaggini di Arogno, pubblicata su “la Regione”, 27 Ottobre 2020

Ad una settimana di distanza dal voto il rammarico per il risultato non accenna ad attenuarsi: 34, 34 voti sono la differenza che ha determinato il respingimento del progetto aggregativo per il comune di Arogno; il già fortemente ostentato debole potere contrattuale che la nostra popolazione avrebbe avuto nel comune Val Mara è ora nullo; mi chiedo dunque con quale forza in un prossimo futuro il nostro comune possa andare a contrattare con il neonato vicino? Non dobbiamo illuderci che senza la nostra partecipazione il progetto decada, è infatti ridicolo pensare che il consenso arognese sia di fondamentale importanza, i risultati nei comuni a noi vicini hanno chiaramente espresso la volontà di concretizzare quanto è stato pianificato. Sinceramente non mi capacito del risultato, pensavo che la logica ed i fatti bastassero a superare la riluttanza che di primo acchito ha colpito tutti, me compreso. La campagna dei contrari ha fatto leva sui, giusti, sentimentalismi di una popolazione molto legata al proprio territorio, che però in questo caso, mal si sposano con il pragmatismo richiesto dalla politica; in un comune come il nostro, che come è stato più volte riferito non possiede nemmeno l’apparenza di una solidità finanziaria a lungo termine, l’aggregazione rappresentava una concreta soluzione, confido dunque che tutte le persone che coscientemente hanno votato per un rigetto di quest’opportunità siano pronte a proporre valide alternative. Non aver colto quest’opportunità dovrebbe farci riflettere sulla strada futura che intendiamo intraprendere, vogliamo rimanere legati ad un conservatorismo asfissiante, i cui risultati si possono constatare, o cercare di imbarcarci in questo nuovo progetto, che permetterà di affrontare le difficoltà non più come singoli ma come comunità?

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Deriva democratica

L’Opinione di Alberto Poli, presidente Atac, pubblicata sulla pagina ALBO de “la Regione”, 27.10.2020

Di Alberto Poli, presidente Atac

L’Associazione ticinese per l’autonomia dei Comuni (Atac) prendendo atto dei risultati delle recenti consultazioni in materia aggregativa, osserva che, ancora una volta, le proposte in votazione non sono state accolte e questo malgrado che i favorevoli abbiano potuto contare su diverse migliaia di franchi pubblici per la loro propaganda mentre i contrari hanno dovuto autofinanziarsi. I politici dovrebbero chiedersi come mai la bocciatura dei progetti è diventata ormai sistematica. Si può continuare a portare avanti una politica basata sulle coazioni? Dopo la raccolta di firme farlocche nel Malcantone, quale altra strategia verrà messa in campo? È evidente che siamo di fronte a situazioni che mettono in serio pericolo la democrazia, eppure si continua per la stessa strada in quanto, dietro alle aggregazioni vi sono mire di accentramento dei poteri con relativi interessi milionari che fanno gola a molti politici di tutti i partiti. V’è da chiedersi se sacrificare i giusti processi democratici in cambio di interessi politico-economici sia la strada giusta da percorrere. Le bocciature che si susseguono dimostrano che i cittadini sono stanchi di questi giochetti di palazzo e che hanno ormai capito che le aggregazioni, con questa legge, sono un inganno che non porta loro alcun beneficio. Sarebbe pertanto ora che il nostro governo sviluppi una vera politica a favore delle comunità periferiche i cui cittadini meritano di essere considerati alla pari di quelli delle città.

Le aggregazioni oltre che causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche, e attività artigianali… E non è che le imposte siano diminuite; in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti, ecc… Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni. Ci auguriamo che la gente sollevi la testa e abbia il coraggio di far pressione sui partiti che appoggiano questa deriva democratica, perché è chiaro che chi abusa e accentra il potere non lo fa per amore della nostra democrazia diretta e non possiede una cultura svizzera. Occorre intervenire per frenare questa derive democratica perché, ignorando il problema, nella popolazione crescerà il malcontento che potrebbe favorire l’insorgere di devianze autoritarie.

Mettere da parte i propri interessi per il bene comune è un sacrificio che il tempo ricompenserà.

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Aggregazioni: «Basta con questa deriva democratica»

Articolo apparso su tio.ch il 25.10.2020, firmato da Giorgio Doninelli. “Le recenti bocciature sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo».”

Aggregazioni: «Basta con questa deriva democratica»

“Le recenti bocciature sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo».

L’associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni usa toni forti contro quella che sarebbe un «politica basata sulle coazioni».”

di Giorgio Doninelli
Giornalista

BELLINZONA – «Deriva democratica», «raccolta firme farlocche», «politica basata sulle coazioni». Non usa giri di parole l’Associazione Ticinese per l’Autonomia dei Comuni commentando i risultati delle recenti consultazioni in materia aggregativa, osservando come le proposte in votazione non siano state accolte «e questo malgrado i favorevoli abbiano potuto contare su diverse migliaia di franchi pubblici per la loro propaganda, mentre i contrari hanno dovuto autofinanziarsi».PUBBLICITÀ

L’Associazione invita i politici a chiedersi come mai la bocciatura dei progetti sia diventata ormai sistematica. «È evidente che siamo di fronte a situazioni che mettono in serio pericolo la democrazia, eppure si continua per la stessa strada in quanto, dietro alle aggregazioni vi sono mire di accentramento dei poteri con relativi interessi milionari che fanno gola a molti politici di tutti i partiti».

Le bocciature che si susseguono sarebbero la dimostrazione che i cittadini sono stanchi di questi «giochetti di palazzo» e che avrebbero ormai capito che le aggregazioni, con questa legge, sono «un inganno che non porta loro alcun beneficio». Per l’ATAC sarebbe pertanto ora che il nostro governo sviluppi una vera politica a favore delle comunità periferiche i cui cittadini meritano di essere considerati alla pari di quelli delle città.

Oltre a causare la sistematica chiusura di molte cancellerie e servizi comunali di prossimità, le aggregazioni non hanno di fatto impedito la chiusura di negozi, uffici postali, ristoranti, succursali di banche, e attività artigianali. «E non è che le imposte siano diminuite, in compenso quasi ovunque sono aumentate le diverse tasse d’uso per acqua, rifiuti, ecc.», sottolinea ancora l’associazione. «Questo significa che la promessa di migliorie e maggiori servizi è stata ampiamente disattesa per cui, con un minimo di autocritica, bisognerebbe avere l’onestà di fermarsi e analizzare i motivi del fallimento della politica delle aggregazioni».

In conclusione, l’ATAC chiede quindi di frenare questa «deriva democratica» perché, ignorando il problema, «nella popolazione crescerà il malcontento che potrebbe favorire l’insorgere di devianze autoritarie».

https://www.tio.ch/ticino/attualita/1470286/aggregazioni-deriva-cittadini-palazzo-dimostrazione

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«Fusioni diventate difficili»

CORRIERE DEL TICINO, 20.10.2020. IL PIANO CANTONALE / Diversi «buchi» nella mappa disegnata da Bellinzona Della Santa: «Se la barca non sta affondando i cittadini sono meno ricettivi»

L’immagine del puzzle complicato non vale solo per il Vedeggio. Possiamo estenderla a tutto il distretto, se confrontiamo l’ultima versione del Piano cantonale delle aggregazioni (2018) con la situazione attuale. Alcuni progetti sono andati in porto, ma restano diversi «buchi» sulla mappa. Ci sono Comuni che non hanno alcuna intenzione di perdere la loro autonomia e «resistono», come Paradiso, Mezzovico-Vira e Grancia. Ci aggiungiamo Bissone (uscita dal progetto Val Mara) e Melide (riluttante ad andare con Morcote e Vico Morcote, che proseguono da sole). Sola potrebbe rimanere anche Arogno ai piedi del Sighignola (deciderà il Gran Consiglio se integrarla in Val Mara) mentre a Sessa una petizione ha ribaltato il voto popolare facendo includere il Comune nel neonato Tresa. Poi ci sono i progetti bocciati alle urne (Bedano-Gravesano, Muzzano-Collina d’Oro, Bioggio-Aranno-Cademario, Manno-Alto Malcantone) e quelli che non ci sono ancora arrivati. L’opzione Medio Vedeggio per il Cantone è «cancellata», ma non è detto che Torricella-Taverne e Bedano vogliano unirsi, come suggerito, a Malcantone Est, dove Agno, Manno e Bioggio collaborano tanto ma di fusione parlano poco. Stesso discorso per la Collina Nord, tenuta d’occhio da Cadempino e Lamone. Tanti pezzi ancora nella scatola. Marzio Della Santa, capo della Sezione Enti Locali, riconosce che metterli insieme è diventato più difficile. «Siamo sempre più confrontati con fusioni di opportunità, piuttosto che di necessità. E opportunità significa ambire a qualcosa che un singolo Comune, da solo, non può fare. Ma per far passare questa visione bisogna trascinare i cittadini». Fare buona comunicazione, parlare al cervello ma anche al cuore. «È uno degli aspetti più difficili – conclude Della Santa – Le persone sono ricettive quando la barca sta affondando. Meno se si tratta di passare da una barca a remi ad una col motore».

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Comune di Arogno: risultati della votazione consultiva sul progetto di aggregazione dei comuni della Val Mara e commenti.

Commenti sulla votazione consultiva al “Quotidiano” della RSI, a partire dal sesto minuto: https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/il-quotidiano/

https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/il-quotidiano/

RSI Cronache della Svizzera italiana Commenti sulla votazione consultiva:

Commenti sulla votazione consultiva

https://www.tio.ch/ticino/attualita/1468808/dipartimento-comuni-istituzioni-progetto-aggregazioni

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Fusione Val Mara? No Grazie

L’opinione di MIRIAM CLEMENTE ACQUISTO* pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 16.10.2020

FUSIONE VAL MARA? NO GRAZIE

In queste ultime settimane vi è un susseguirsi di articoli nei quotidiani dove i fautori dell’aggregazione non lesinano nell’evidenziare quanto questo progetto possa essere ottimale per i Comuni interessati (progetto Val Mara, n.d.r.). Questa continua presa di posizione – con articoli, invio spasmodico di materiale informativo e quant’altro – è forse sintomo di qualche incertezza? È vero che probabilmente in un futuro la strada da percorrere sarà questa, ma trovo che il momento non sia ancora giunto. Come già evidenziato da chi ha preso posizione prima di me, sarà il nuovo Municipio a decidere quali progetti portare avanti e quali invece «parcheggiare» o quale via intraprendere per altri servizi da fornire all’utenza. È compreso il tanto temuto moltiplicatore d’imposta. Una situazione che lascia qualche perplessità visti gli investimenti prospettati e l’attuale crisi epidemiologica in corso, che nessuno sa quanto possa ancora durare. 

Nel futuro Esecutivo non vi è possibilità di avere una rappresentanza certa del proprio Comune. Ciò può portare a non far parte dello stesso e dunque a non avere il giusto peso. Con un gremio a sette tecnicamente ogni ente locale dovrebbe avere almeno un municipale, ma il condizionale è d’obbligo. Bene sarebbe che i Comuni interessati portino a termine i progetti in corso. A Maroggia ve ne sono diversi, rinaturazione del torrente Val Mara, riqualificazione di foce e lido con edificazione di un nuovo stabile balneare, attracco per il battello, acquisizione del terreno ex collegio Don Bosco, stabile ex Coop e altro ancora.

Aggregazioni o fusioni di regola portano a un’ottimizzazione di costi d’esercizio e logistica e malauguratamente tagli di personale. Nel nostro caso i decantati maggiori servizi giustificheranno il fatto che tutto il personale viene ricollocato ma chiaramente con funzioni diverse da quelle attuali, ma sempre con la stessa classe di stipendio. Anche nuovi progetti in ambito aggregativo, per esempio il nuovo porto intercomunale a Melano andrà a discapito di Maroggia che ha già un suo porto ben funzionale.

Considerato che questa è un’aggregazione di comodo e dunque non imposta da nessun organo superiore, sono del parere che si possano, qualora fosse necessario, avere delle buone collaborazioni intercomunali come già peraltro avviene e dunque mantenere ognuno la propria identità e autonomia decisionale in casa propria e non diventare un anonimo quartiere. Il progetto aggregativo può essere tranquillamente messo a riposo e eventualmente ripreso e affinato qualora fosse strettamente necessario.

* consigliera comunale di Maroggia

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I Comuni non sono da svendere

L’opinione di Patrick Galimberti pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 15.10.2020

L’OPINIONE / PATRICK GALIMBERTI*

I COMUNI NON SONO DA SVENDERE

Ho seguito con attenzione le opinioni di molte lettrici e lettori che hanno deciso di profilarsi su questo tema molto importante: vogliamo mantenere le autonomie comunali locali? A tutti loro il mio plauso perché hanno dimostrato di tener vivo lo spirito democratico e di averlo anche effettivamente esercitato partecipando a un dibattito che le nostre istituzioni comunali hanno a lungo snobbato.

In Ticino sono spariti negli ultimi anni circa 140 Comuni. Si può pensarla come si vuole, ma non tutte le fusioni hanno avuto il successo sperato. Alcune che erano strettamente necessarie (soprattutto da un punto di vista finanziario) sono state ben recepite e hanno portato nuova linfa alle istituzioni comunali aggregate. Altre (quelle pensate a tavolino) hanno portato a un impoverimento del dibattito politico e a uno smantellamento sistematico delle autonomie locali oramai relegate a frazioni del tutto: vi sono degli esempi di queste fusioni anche nelle valli del Sottoceneri. 

Non so quale scenario prevarrà in questo caso (il progetto Val Mara, n.d.r.), ma posso azzardare quanto segue: ciò che accomuna queste fusioni è di solito un improvviso aumento dello stipendio dei municipali del nuovo Comune aggregato secondo il principio dell’«adesso siamo più grandi e dobbiamo lavorare di più» oppure la massima «non siamo dei politici di professione». Si può anche notare che abitualmente l’aumento degli stipendi è deliberato a maggioranza assoluta e in tempi record. L’aumento dello stipendio, di solito, è anche inversamente proporzionale alla diminuzione del moltiplicatore comunale, perché ci sono «importanti opere da realizzare» e quindi bisogna spendere (sempre) di più. Questi ragionamenti sono inoltre conditi da pensieri profondi ma contraddittori come «uniamoci per non farci prendere dalla grande Lugano o da Mendrisio», che è un po’ come dire: «Non pensiamo al nostro orticello ma all’orto più grande, ma non a quello di Lugano o Mendrisio”.

Con questi grandi sillogismi, che riducono la vita comunitaria a mere logiche di partito, concludo con l’auspicio che questo fine settimana si esprima un voto che soppesi bene l’importanza delle autonomie locali (che costituiscono il nucleo comunitario principale) rispetto agli altri interessi più terreni. Fatta questa ponderazione, vinca la volontà popolare. Vale la pena svendere l’autonomia del tuo Comune? Vuoi che il tuo Comune entri nella lunga lista dei Comuni che non esistono più?

* vicepresidente del Consiglio comunale di Rovio

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Se Arogno ha paura dei contrari

Lettera di Cinzia Matazzi nella rubrica LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 15.10.2020

Aggregazione

Se Arogno ha paura dei contrari

Il Municipio di Arogno ha organizzato la votazione popolare consultiva del 18 ottobre sul progetto di aggregazione a quattro (Arogno, Rovio, Maroggia, Melano). Il materiale di voto è arrivato nelle case dei cittadini. Contrariamente alle regole, oltre alla scheda e alle spiegazioni, c’è solo il parere favorevole; non c’è invece il parere di chi è contrario all’aggregazione. Ufficiosamente sentita da un contrario, la Sezione degli enti locali avrebbe detto che non si tratta di una vera votazione ai sensi della Legge sull’esercizio dei diritti politici, per cui il Municipio può prescindere dall’inserire, nella busta ufficiale col materiale di voto, il parere dei contrari. Sorprendente superficialità. Non è una votazione vera e ufficiale? La Costituzione cantonale dice che «i Comuni non possono fondersi con altri Comuni o dividersi senza il consenso dei loro cittadini e l’approvazione del Gran Consiglio» (art. 20, cpv. 1). Il consenso dei cittadini è imprescindibile. Come lo si ottiene? Con una votazione. Che dev’essere una votazione vera, ufficiale. La legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni stabilisce per questo che il Consiglio di Stato «trasmette ai Municipi la sua proposta, affinché la sottopongano con il loro preavviso alle rispettive assemblee, in via consultiva, entro un termine che sarà loro fissato» e aggiunge che «va garantita un’adeguata informazione alla popolazione» (art. 6 cpv. 3). La votazione popolare consultiva è pertanto un passaggio ufficiale obbligato. È una vera votazione popolare, con obbligo di seggio di voto in ciascuno dei Comuni coinvolti. Senza questo filtro, il progetto d’aggregazione non può proseguire. Consultiva non significa «non vera». Lo svolgimento delle votazioni popolari è disciplinato dalla legge e dal regolamento sull’esercizio dei diritti politici. Per le votazioni comunali il regolamento impone al Municipio regole precise e vincolanti. Il punto fondamentale è il seguente: «L’opuscolo informativo contiene: a) una breve presentazione dell’oggetto con il testo sottoposto al voto e la domanda che figura sulla scheda; b) un testo con le argomentazioni a favore dell’oggetto; c) un testo con le argomentazioni contrarie all’oggetto; d) le eventuali raccomandazioni di voto del Gran Consiglio e del Consiglio di Stato o, nelle votazioni comunali, del Consiglio comunale e del Municipio» (art. 10, cpv. 3). Il Municipio di Arogno non ha rispettato queste regole. Perché nella busta ufficiale non si è voluto inserire un testo con le argomentazioni dei contrari? Anche ammettendo la tesi fantasiosa secondo cui quella del 18 ottobre non sia una «votazione vera», la correttezza democratica avrebbe dovuto indurre il Municipio a dare spazio in ogni caso sia a chi è pro sia a chi è contro. Fino a prova contraria, la nostra è una democrazia vera. Se ci fosse un ricorso?

Cinzia Matazzi

Arogno

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Contributo

Ciclisti, turisti

Pubblico questo testo che doveva essere solo un commento all’articolo “Arogno, quale futuro” di Joy G. Cometta, apparso questa mattina sul CdT (10.14.2020)

Se accetti questa aggregazione, non ci saranno altre possibilità di discussioni su alternative migliori, praticabili, possibili, sostenibili. Davanti al piatto servito, dovrai trattare con i convenuti ed eventuali convitati di pietra.

Gian-Luca Lardi, favorevole all’aggregazione, scrive sulle pagine del Cdt di ieri. “È possibile che la lista degli investimenti contenuta nello studio di aggregazione manchi di realismo. Così come è condivisibile la critica che il processo di aggregazione avrebbe dovuto coinvolgere di più anche le voci critiche, ma chi si è trovato a dover gestire questo progetto in tempi relativamente stretti ha optato per compromessi come lo si deve ormai fare in tutti gli ambiti.” 

Ma che ragioni ci sono per tutta questa fretta? L’aggregazione bisognava farla a tutti i costi ancora nel corso di questa legislatura? Siccome è una aggregazione che viene dal basso, come è stato detto da un importante rappresentante delle istituzioni, e per basso si deve intendere dai sindaci e non certo dalla popolazione che non è stata coinvolta, quali sono i rapporti di forza fra i sindaci proponenti? Ci sono forse degli interessi che devono ancora palesarsi quali veri motori di questa frettolosa aggregazione?

Il gruppo “Melano a misura d’uomo” paventa che gli ultimi prati verdi del comune, alcuni dei quali molto pregiati e residuali in riva al lago Ceresio, non saranno più difendibili dall’assalto edilizio-speculativo una volta avvenuta l’aggregazione. Considerando che il progetto aggregativo vuole rendere attrattiva la regione per le famiglie, saranno favorite nuove lottizzazioni e nuove costruzioni anche negli altri comparti del “futuro comune”, aumentando ancora la già alta pressione sull’ambiente, gli ecosistemi la biodiversità. Ma possiamo e dobbiamo permetterlo? In questo periodo di grandi incertezze e cambiamenti climatici, le istanze ecologiche e la sostenibilità non sono state invitate al tavolo delle discussioni.

Signori, non è che dobbiamo buttarci a capofitto in questa aggregazione con logica competitiva per difenderci dai poli attrattivi di Mendrisio e Lugano, e per far questo costruiamo infrastrutture, case e palazzine in un territorio, il Ticino, che detiene il secondo triste primato nelle statistiche nazionali per gli appartamenti sfitti. Non dovremmo anche noi considerare la situazione ad un livello un po’ più generale e riesaminare il progetto?

Renato Quadroni

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Per una progettualità futura un sì all’aggregazione!

Risposta di Mosè Cometta al post di Celso Tantardini ” Ultimi appelli AGLI ELETTORI DI AROGNO” pubblicato ieri 13.10.2020 su queste pagine

Caro Celso,

purtroppo la paranoia non è una buona consigliera. Sei veramente sicuro che il mondo intero complotterà contro i poveri arognesi indifesi? Cerchiamo di smetterla di fare le vittime.

Ecco una lista di argomenti per cui ciò che sostieni (che Arogno sarà abbandonato a se stesso) non sta in piedi:

  1. Il budget del Comune aggregato mostra che ci saranno soldi in più rispetto ad oggi. Questi calcoli mostrano che saremo più ricchi pur mantenendo le stesse spese di oggi, ovvero la stessa manutenzione delle infrastrutture. Aggregazione non significa tagli.
  2. La politica non funziona con beghe da bambini piccoli, tentando di fare dispetti. È patetico pensare che gli altri cittadini si coalizzeranno contro Arogno, come se Arogno e i suoi rappresentanti non fossero importanti. Noi saremo parte della nuova realtà aggregata e verremo rispettati come tutti gli altri (e, allo stesso modo, noi non faremo “dispetti” agli altri comuni tentando di tagliare sulla loro manutenzione).
  3. Non confondiamo le decisioni future che si prenderanno su nuovi investimenti con la necessità di garantire un’adeguata manutenzione delle nostre infrastrutture e dei servizi esistenti.
  4. Nel nuovo comune, la scuola e la cancelleria saranno aggregate. Perché mai il nuovo Municipio dovrebbe decidere di consegnare “meno carta” alle maestre di Arogno rispetto a quelle di altre sedi? È un’idea che non sta né in cielo né in terra. I servizi saranno potenziati ovunque invece, proprio grazie a una miglior organizzazione, specializzazione e coordinazione.
  5. Se mai ci dovessero essere tagli, saranno fatti per colpa di una politica liberista, che non ha nulla a che vedere con l’aggregazione e con il fatto che saremo uniti in un unico comune (fra l’altro, ti faccio presente che aggregandoci, i socialisti di Arogno, orfani di rappresentanti ufficiali, potranno federarsi con quelli di Maroggia, molto più forti, per avere una rappresentazione migliore rispetto ad oggi – così come i liberali di Maroggia si appoggeranno a quelli di Arogno per far passare le proprie mozioni).
  6. Se anche pensiamo ad un ipotetico complotto alle spalle di Arogno da parte dei nostri cattivissimi vicini, dobbiamo farlo con un minimo di testa. Più che pensare ai 3 comuni contro di noi (perché dovrebbero farlo?) possiamo immaginare una certa spaccatura tra le esigenze dei comuni “di pianura” e quelli “di montagna”. Bene, anche considerando questa possibilità, i comuni di montagna sarebbero i vincitori della contesa. Guardiamo un paio di cifre. Questi sono i dati ufficiali delle ultime elezioni cantonali:

Fonte: https://www3.ti.ch/DFE/DR/USTAT/index.php?fuseaction=dati.regioni&tema=40

Come si può vedere, ad ogni appuntamento i due comuni “di montagna” hanno superato i due comuni “di pianura” in numero di votanti.

Come hanno ripetuto più volte i giovani (se solo li si ascoltasse un po’ di più a volte!), non bisogna avere paura del futuro, ma dotarsi degli strumenti migliori per affrontarlo in modo vincente. L’aggregazione garantirà questi mezzi al comune di Arogno.

Di fronte a noi ci sono due strade.

Una, sostenuta dai giovani, da Municipi e Consigli Comunali, dal Cantone, dalla collaborazione che già esiste e che non potrà che moltiplicarsi fra i nostri paesi. Si tratta di una strada che si prospetta rosea e rafforzata da dati fiscali molto incoraggianti per garantire una buona vitalità futura ai nostri paesi.

L’altra, fatta di paura, di timore nel “vicino cattivo che complotterà contro di noi”, di vittimismo e calcoli mal fatti. Che futuro ci propone questa strada? Qual è l’alternativa che ci offrono le paure ventilate dai contrari? Finora, non si è capito affatto. 

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Ultimi appelli

Ricevo questo scritto da Celso Tantardini che sottoscrivo e pubblico, 13.10.2020

AGLI ELETTORI DI AROGNO

La superfice totale del nuovo comune sarà di 19,5 Km/2 Arogno da solo ne copre 8,5, poco meno di quanto ne misurano gli altri tre assieme e conta una popolazione di mille abitanti.

Ha una rete comunale di strade carrozzabili di circa 15 km, dei quali 11 che attraversano boschi e campagne e quindi soggette a manutenzione costante, più una vasta rete di percorsi pedonali. La pulizia delle strettoie del nucleo, in particolare nel periodo invernale con la presenza di ghiaccio e neve, deve essere rapida e continua.

L’acquedotto che serve il nucleo e le cinque frazioni, si estende fino al ponte di Caprino , ha una lunghezza di tubazioni maggiore a quella dei più grossi comuni della regione.

Il sistema di controllo e potabilizzazione dell’acqua è di ultimissima generazione.

Quando si tratterà di votare i crediti per la manutenzione di queste infrastrutture, saranno i rappresentanti degli altri comuni a decidere: sul fondo stradale, sullo sgombero della neve e lo spandimento del sale, sulla pulizia delle aree verdi e dei cigli stradali, sugli stabili, sull’acqedotto e altro ancora.

Saranno pronti a destinare buona parte del loro gettito d’imposta per mantenere il nostro territorio e i servizi di cui gode oggi la popolazione di Arogno ?

O in nome del risparmio questi servizi verranno ridotti o soppressi ???

Visto che il territorio non lo si può restringere e le strade non si possono accorciare i risparmi verranno indirizzati sul resto delle spese comunali, come le scuole e la cancelleria. Fare oggi promesse che domani saranno gli altri a dover mantenere mi sembra un po’ azzardato,

A decidere sarà il nuovo consiglio comunale dove al massimo i rappresentanti di Arogno saranno otto su trenta e quindi conteranno come il due di picche a scopa.

Con un SI a questa aggregazione alla popolazione viene preclusa per sempre ogni e qualsiasi possibilità di ridiscutere un’ eventuale diversa soluzione.

Con un NO rimangono aperte altre opzioni da studiare con calma, coinvolgendo tutti nel caso in cui, in un futuro il più lontano possibile, dovesse ripresentarsi questa situazione.

La legge organica comunale dice:

Art. 111 – Il sindaco provvede entro cinque giorni, all’esposizione all’albo comunale delle risoluzioni la cui pubblicazione è prevista dalla legge o quando l’interesse generale lo richiede.

Art. 112 – 1 Il municipio informa la popolazione sui problemi comunali di particolare interesse.

Perchè durante i due anni e oltre di studi di questo progetto non è mai stato fatto ?

Forse la fusione e scomparsa del nostro comune non era un tema di interesse generale?

Questi processi hanno successo se vengono proposti e costruiti dal basso e non quando vengono presentati a fatto concluso come si sta facendo in questa occasione.

NO

a una decisione senza possibilità di appello

Celso Tantardini

Renato Quadroni

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Val Mara: un futuro comune

L’opinione di Gian-Luca Lardi pubblicata nella pagina LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 13.10.2020

L’opinione / Gian-Luca Lardi*

Val Mara: un futuro comune

Il 18 ottobre i cittadini di Arogno, Maroggia, Melano e Rovio potranno esprimersi sul progetto di aggregazione che – se accettato – darebbe vita a un Comune «ponte» fra l’ormai grande Lugano e la grande Mendrisio. Nel nostro cantone ogni votazione sulle aggregazioni comunali fa scaturire intense discussioni legate all’identità di paese. Sebbene i cittadini vivano ormai da secoli in un contesto federalistico formato da Svizzera, Canton Ticino e Comune, quest’ultimo livello istituzionale viene spesso venerato come una vacca sacra intoccabile, dove ogni cambiamento debba portare a un vuoto di identità. Un campanilismo romantico e più che comprensibile, un canto delle sirene al quale però – a mio modo di vedere – facciamo bene a resistere.

Negli ultimi decenni la gestione e l’amministrazione di un Comune è diventata sempre più laboriosa e complessa. Indipendentemente dalla grandezza del Comune, i suoi organi devono muoversi in un quadro giuridico, tecnico e amministrativo che richiede ormai specialisti in ogni settore. Più piccoli sono i Comuni, più grandi sono le difficoltà cui far fronte. Il Comune di Rovio ha impiegato quasi un decennio (e parecchie risorse finanziarie per consulenti esterni) per uscire da un periodo di gestione a cavallo del millennio che ci ha mostrato quanto siano irrinunciabili le competenze nelle istituzioni. Oggi il nostro Comune ha fatto ordine in casa propria, ma con 850 abitanti è un’illusione pensare a un futuro indipendente a lungo termine. La fusione dei quattro Comuni della Val Mara e Basso Ceresio è forse l’ultima possibilità per mantenere una propria autonomia comunale fra i poli di Lugano e Mendrisio.

È possibile che la lista degli investimenti contenuta nello studio di aggregazione manchi di realismo. Così come è condivisibile la critica che il processo di aggregazione avrebbe dovuto coinvolgere di più anche le voci critiche, ma chi si è trovato a dover gestire questo progetto in tempi relativamente stretti ha optato per compromessi come lo si deve ormai fare in tutti gli ambiti. Nella mia ottica l’aggregazione permetterà – a medio termine – di offrire a cittadine e cittadini servizi migliori a parità di costi. È invece innegabile che nei singoli paesi i clan familiari non avranno più lo stesso potere che hanno avuto in passato. Le diatribe fra influenti famiglie – spesso scaturite decenni fa ai tempi della prima pianificazione territoriale – non potranno più bloccare per anni progetti di infrastrutture necessarie allo sviluppo dei paesi. Ma questi sarebbero svantaggi? Ritengo sia arrivato il momento di guardare al futuro dando la priorità al bene comune invece che ai privilegi di pochi, pertanto voterò convinto a favore dell’aggregazione.

L’opinione / Gian-Luca Lardi*

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Progetto Val Mara

Lettera di Mosè Cometta e l’opinione di Giorgio Falconi pubblicate nella rubrica LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 12.10.2020

https://epaper.cdt.ch/epaper/viewer.aspx?publication=CDT

Aggregazione

Progetto Val Mara: basta panzane di Mosè Cometta

Ci risiamo, come per ogni grande progetto, più ci si avvicina alla data delle votazioni e più i contrari alzano la voce fomentando paure nella popolazione. Vorrei fornire un rapido elenco di argomenti che smentiscono le loro tesi più infondate.

1) L’aggregazione Val Mara non è comparabile a un’aggregazione fra un piccolo Comune e un grande centro; tutti i paesi sono simili e nessuno perderà potere decisionale. Gli interessati si informino piuttosto sul caso di Maggia, che potrebbe rappresentare bene il futuro di Val Mara.

2) I desiderata dei sindaci attuali non sono leggi scritte nella pietra ma semplici proposte. Spetterà al nuovo Comune – ai suoi cittadini – scegliere in cosa investire. Un cittadino di Rovio potrà finalmente esprimersi sull’opportunità di un progetto a Melano che avrebbe effetti sull’intero comparto, guadagnando di fatto un potere decisionale che oggi non ha.

3) Il nuovo Comune, economicamente forte, potrà garantire una miglior vita sociale ai suoi cittadini investendo meglio, coordinando le varie attività e aiutando ancor di più le associazioni locali.

4) Val Mara avrà più potere contrattuale di fronte al Cantone e agli altri Comuni, facendo rispettare meglio la volontà dei suoi cittadini: il progetto contribuirà a preservare l’autonomia locale di fronte alle pressioni esterne.

5) L’identità non verrà cancellata, come qualcuno teme. Anche i contrari riconoscono la necessità di un miglior coordinamento intercomunale: l’aggregazione è il miglior scenario per questo coordinamento, poiché migliora i servizi ai cittadini e gode di una forza finanziaria superiore a quella dei singoli Comuni.

Prima di votare su un progetto simile è legittimo avere paura. Informarsi, leggendo i documenti, è però un ottimo antidoto. Peccato che i più ferventi oppositori non l’abbiano ancora fatto e continuino a propagare notizie false e mezze verità, negando l’evidenza (ribadita più volte da autorità, documenti ed Enti locali), evitando le occasioni di discussione pubblica e rendendo di fatto impossibile una discussione seria e serena su un progetto tanto importante.

Mosè Cometta

Melano

L’opinione / Giorgio Falconi*

Progetto male organizzato di Giorgio Falconi*

Alcuni cittadini si sono riuniti sabato 5 settembre 2020 per una vera discussione sul tema dell’aggregazione dei Comuni di Arogno, Maroggia, Melano e Rovio (progetto Val Mara, n.d.r.) e la discussione – presenti sia favorevoli sia contrari – è stata molto interessante ed apprezzata da tutti i presenti.

Fra le varie rimostranze sollevate si possono citare l’informazione unilaterale della Commissione aggregazione (composta dai quattro sindaci attuali), la perdita definitiva dell’autonomia comunale svenduta per presunti nuovi servizi nonché la mancanza di un rigore contabile nel gestire il progetto di fusione.

Riallacciandosi alla questione più emotiva della perdita di autonomia, non è chiaro finché non vedremo le schede di voto chi potrà decidere il nome del nuovo Comune (Basso Ceresio o Val Mara). Chi non è favorevole alla fusione potrà dare una preferenza per il nome nel caso i favorevoli ottengano la maggioranza? Oppure è obbligato ad essere favorevole per potersi esprimere sul nome? O forse si dimentica che la Svizzera non è terra di plebisciti?

Il progetto di fusione risulta, infine, disorganizzato: non esiste una amministrazione comunale forte e rodata che lo possa condurre a buon fine in modo veloce e con costi contenuti. Si dovrà votare un nuovo Consiglio comunale e un nuovo Municipio a 7 membri non prima di 12 mesi dopo la votazione del 18 ottobre (pare che non si voterà ad aprile 2021). Il nuovo Consiglio comunale e il nuovo Municipio non avranno quindi nessuna esperienza in merito a come si gestisce una fusione e saranno ostaggio dell’amministrazione (o almeno di quelli che resteranno).

In caso di sì alla fusione, i Comuni potrebbero così sprofondare in un limbo amministrativo di inerzia dove, si odono voci, l’unico tema all’ordine del giorno sarà la revisione dei piani regolatori comunali con lo strumento del piano direttore comunale.

Vale la pena svendere l’autonomia del tuo Comune? Vuoi che il tuo Comune entri nella lista dei Comuni che non esistono più? Votiamo un no convinto a questo progetto inutile e costoso.

* Per Alleanza democratica di Rovio

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Aggregazione fatta in sordina? No grazie

PROGETTO VAL MARA

Lettera di Lorenzo Cavagliotti, sezione PLR di Maroggia, pubblicata nella rubrica LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 10.10.2020

Aggregazione fatta in sordina? No grazie

Un progetto d’aggregazione presentato solo alla fine nel quale punti negativi apparentemente non ci sono. Una visione troppo ottimista in quanto sappiamo bene che ad ogni cambiamento ci sono punti positivi, ma anche punti negativi. La Commissione è stata furba nel lasciare alla popolazione la scelta del nome del nuovo Comune, in modo da mostrare una falsa partecipazione al progetto.

Non dobbiamo confondere la futura fusione con la collaborazione, che esiste già tra le varie società ricreative che per natura hanno bisogno un ampio bacino di popolazione e territorio per potere avere maggiori entrate, strutture e persone disposte ad aiutare.

Il nostro no non è dettato da una questione di campanilismo o di perdita d’identità ma è dovuto al fatto che non vediamo reali vantaggi per i cittadini.

Da non trascurare poi l’importante questione finanziaria: le politiche di investimento dei grandi progetti non sono sostenibili a parer nostro, anche a causa della congiuntura economica non rosea che il nostro territorio sta affrontando. Porterà sicuramente a un aumento del moltiplicatore nel corso degli anni con tutti questi investimenti previsti nei 4 comuni. Per questi motivi vi chiediamo di votare no all’aggregazione!

Lorenzo Cavagliotti, Maroggia, sezione PLR

https://epaper.cdt.ch/epaper/viewer.aspx?publication=CDT&date=10_10_2020&tpuid=523

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Arogno, quale futuro?

In data 09.10.2020, da Joy G. Cometta ricevo questo contributo alla discussione sull’aggregazione

Arogno, quale futuro?

Partendo dalla mia esperienza di Consigliere Comunale, devo dire di essere sempre frustrato quando un dibattito smette di essere costruttivo.

Spesso, infatti ci si concentra sui propri argomenti, dimenticando le problematiche che si dovrebbero discutere.

Solo un dibattito costruttivo può, come da tradizione svizzera, trovare soluzioni concertate e innovative. 

Nel dibattito sull’aggregazione ho avuto la stessa impressione.

Non ho visto una sola proposta alternativa da parte dei contrari, che si sono limitati a ripetere i propri argomenti più e più volte (argomenti che oltretutto spesso sono mezze verità o autentiche bugie).

I contrari rimangono ancorati alla loro idea che l’aggregazione è un’invasione del paese da parte di chissà che balivo, e non si schiodano da lì…

Altre persone però hanno lanciato spunti di riflessione interessante. Luca Romano ha portato dei dati che vale la pena analizzare (vedi il commento di LR all’articolo di Mario Delucchi “Aggregazione Val Mara: attenti al lupo”, pubblicato dal CdT e riproposto su questa pagiana).

Se non vogliono l’aggregazione con Val Mara, quali alternative esistono per il futuro di Arogno?

Quali sono i progetti che propongono?

Che progettualità potrà avere il paese?

Senza una risposta a queste domande, i contrari dimostrano di essere figli della peggior tradizione politica del nostro paese, quella tradizione che ci ha portato più volte a opporci ciecamente ad un progetto, lasciando poi ad altri il compito di sbrogliare la matassa e trovare soluzioni alternative.

Non fidatevi di chi dopo aver lanciato il sasso nasconde veloce la mano e si allontana. Se vogliono convincerci a votare di No a un progetto serio per il futuro, devono prima darci un’alternativa migliore.

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Aggregazione Valmara & Aggregazione sì, aggregazione no

Volantino recapitato ai tutti i fuochi di Arogno venerdì 8.10.2020 con gli interventi del Sindaco Corrado Sartori, che invita la popolazione tutta a recarsi alle urne e di Guido Casellini – Presidente del PLR, Sezione Arogno-Pugerna – che incoraggia innanzitutto i giovani a non aver timore e votare sì all’aggregazione.

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Indice di sfruttamento territoriale, edificabilità ed aggregazioni.

Quest’ultimo post vorrebbe stimolare un’ultima riflessione prima del voto alla ricerca di informazioni su una tematica che non è stata affrontata durante questi mesi di incontri pubblici promossi nei quattro comuni dal comitato a favore dell’aggregazione. Non è stata affrontata nemmeno negli articoli apparsi sulla stampa e nei vari commenti pubblicati. Sono bene accetti commenti e contributi che possano stimolare la riflessione anche sulla sorte del mega progetto di Melano per la costruzione di un quartiere residenziale con 123 nuovi appartamenti ( bocciato due volte grazie all”impegno del Gruppo Melano a Misura d’uomo) che potrebbe riguardare il nuovo comune di Val Mara o di Basso Ceresio, se dovesse passare l’aggregazione.

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Aggregazione Val Mara: attenti al lupo

Lettera di Mario Delucchi pubblicata nella rubrica LETTERE & OPINIONI del CORRIERE DEL TICINO, 5.10.2020

Era inevitabile. Quando le argomentazioni sono inconsistenti o si limitano a generiche promesse, si agitano spauracchi e si sbandierano le profezie più nere. Se Arogno rifiuterà l’aggregazione della Val Mara, apriti cielo! «Se oggi rifiutassimo di entrare in questo progetto, un domani potremmo ritrovarci più poveri, isolati, sempre meno capaci di far fronte alle necessità della popolazione». E ancora: «Potremmo essere obbligati ad aggregarci con un altro Comune». 

Lo stile ricorda le prime campagne dei fautori dell’annessione della Svizzera all’Unione Europea. Anche allora si agitavano i più neri spauracchi. Guai se la Svizzera fosse rimasta fuori dall’Europa. Si ipotizzarono scenari devastanti per la nostra economia, le esportazioni sarebbero crollate, la Svizzera sarebbe stata tagliata fuori dai circuiti internazionali e via di questo passo. 

Da allora sono passati molti anni e nulla di tutto questo si è avverato. Anzi, la Svizzera è rimasta fra le nazioni più benestanti, con il minor tasso di disoccupazione e con un alto reddito pro capite. 

Evitino pertanto i fautori dell’aggregazione Val Mara di improvvisarsi profeti. Nessuno più crede a questi fantasmi. Occorrono fatti, non generiche assicurazioni basate su intenti. E i fatti ci dicono che questa aggregazione non farebbe altro che impoverire il comune di Arogno, portando i principali servizi lontano dalle famiglie, privandolo della capacità decisionale sulle necessità future, distribuendo gli investimenti su realizzazioni fuori dal proprio territorio (su 32 milioni previsti dal «nuovo Comune» per opere future, solo 1,5 milioni sarebbero destinati ad Arogno). I fautori dell’aggregazione non possono far promesse che non saranno loro a dover mantenere. Quando le scuole saranno centralizzate e in paese non ci sarà più nemmeno uno sportello di cancelleria, nessuno potrà dire «se l’avessi saputo». Magari non accadrà subito, ma quando capiterà sarà troppo tardi. È già successo altrove. Su due cose il comitato di sostegno all’aggregazione ha ragione: primo, quando dice che «il destino è nelle nostre mani», secondo, quando esorta «a non aver paura». Due inviti che sottoscrivo in pieno. Non abbiate paura a dire di no, non abbiate paura del futuro, se sarete voi a deciderlo. Il lupo non c’è.

Mario Delucchi

Davesco-Soragno

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“Perché dire NO alla fusione”

Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino del 1.10.2020 nella pagina del Luganese quasi interamente dedicata al progetto di aggregazione dei comuni della Val Mara. Lo scritto è di Celso Tantardini, ex sindaco di Arogno, che esprime parere contrario al progetto.

No a questa fusione

L’OPINIONE / CELSO TANTARDINI*

PERCHÉ DIRE «NO» ALLA FUSIONE
Ho letto lo scritto distribuito in paese da Joy Cometta a nome del gruppo favorevole all’aggregazione. Non me ne voglia l’autore, ma il suo discorso sa molto di paternalismo e non ha niente a che vedere con i veri problemi causati dall’aggregazione.
Ormai tutti sanno che le aggregazioni hanno un unico scopo: risparmiare sui costi tramite la riduzione del personale e la concentrazione e conseguente riduzione dei servizi. L’economia privata lo definisce razionalizzazione e ottimizzazione dei costi.
Concretamente significa centralizzare tutto con un unico fine: ridurre i costi e aumentare gli utili. Questo non è il compito di un’istituzione pubblica! Essa deve badare in primo luogo al benessere generale e dotarsi di servizi vicini alla popolazione.
Raccontare che gli uffici comunali verranno distribuiti nei quattro quartieri è una presa in giro bella e buona. Se così fosse cadrebbe lo scopo dell’aggregazione. Altri comuni, in passato, hanno creduto a questa promessa, puntualmente non mantenuta.
Concentrare le scuole in un’unica sede serve a far sì che ogni classe abbia il numero massimo di allievi concesso dalla legge in modo da occupare il minor numero possibile di docenti. Il discorso vale per tutti i servizi. Il nuovo comune prevede investimenti
per circa 32 milioni di franchi. Per Arogno è previsto un unico investimento di 1,5 milioni per il Teatro. Proprietà privata e non in vendita. Dove sono destinati gli altri 30,5 milioni? Ce lo dice il rapporto dei fusionisti.

Melano: Porto regionale 3,5 mio. / Area di svago a lago 3,5.mio. / Centro sportivo 3,5 mio.

Acquisto terreni 2,5 mio. / Autosilo 7 mio.

Maroggia: Centro diurno 2 mio. / Scuola dell’infanzia 3 mio. Esproprio terreno Don Bosco 1,5 mio. / Realizzazione Parco 0,5 mio.

Rovio: Ristrutturazione Ala Materna, scuole e ostello 3,7 mio.

Quindi ad Arogno le briciole!

Ma se la fusione andasse in porto, il debito si ripercuoterà su tutta la popolazione del nuovo comune. Quindi Arogno, con un quarto della popolazione totale, si troverebbe a dover finanziare con le imposte dei suoi abitanti un quarto di questo debito,
cioè circa 7,5 milioni per lavori previsti tutti negli altri comuni. E i lavori urgenti di cui necessita Arogno? Posteggio sotto il Municipio, sbocco strada di Devoggio, rifacimento strada dal Ruers, tanto per fare qualche esempio. Sarà la maggioranza
del Municipio del nuovo comune a decidere se, dove, quando, come e da chi dovranno essere realizzati!

Quando due parti si siedono al tavolo per una trattativa, se una parte si prende tutto e l’altra rimane a mani vuote, significa che qualcosa tra i negoziatori non ha funzionato: o è mancato totalmente il rispetto e la considerazione della controparte,
oppure qualcuno aveva una gran fretta di chiudere la trattativa.

Certe argomentazioni dei fautori dell’aggregazione fanno sorridere. Venirci a raccontare che già oggi andiamo a fare il bagno nel lago a Melano o Maroggia non so cosa possa significare. Molti vanno a Riva San Vitale, altri a Melide, altri ancora a Bissone.
Quando io ho bisogno di un buon trancio di carne, mi fermo a Melano dove c’è una macelleria che mi serve ottimamente. La gente può andare a fare il bagno o la spesa dove vuole senza rinunciare alla propria autonomia. Il negozio di Arogno che è stato
di grande aiuto alla popolazione durante il lockdown e lo è tuttora, corre il rischio di dover chiudere se si continua a trasferire tutto a Melano. Con un «sì» a questa aggregazione, alla popolazione viene preclusa per sempre ogni e qualsiasi possibilità
di ridiscutere un’eventuale diversa soluzione.

Con un «no», rimangono aperte altre opzioni da studiare con calma, coinvolgendo tutti nel caso in cui, in un futuro il più lontano possibile, dovesse ripresentarsi questa situazione.*

*già sindaco di Arogno

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Sì a questa aggregazione!

30.09.2020. Il Coordinatore del Gruppo di sostegno all’aggregazione Joy G. Cometta ci invia la replica “Sì a questa fusione”, con un link che rimanda ad un esperienza positiva di aggregazione, in risposta alla lettera “No a questa fusione! di Celso Tantardini pubblicata ieri.

https://www4.ti.ch/di/sel/riforma-dei-comuni/aggregazioni/testimonianze-di-alcuni-sindaci/maggia/

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“Solo svantaggi Progetto Val Mara L’aggregzione così non va bene”

residente dell’Associazione per l’autonomia dei Comuni ed ex Giudice di e

Articolo pubblicato sul Corriere del Ticino del 30.09.2020 a firma di Alberto Poli, Presidente dell’Associazione per l’autonomia dei Comuni ed ex Giudice di Pace del Circolo del Ceresio

Lettera contro l'aggregazione dei comunii della Val Mara

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Cittadini in piazza a Melano fanno sentire la loro voce contro la creazione di un semisvincolo e di una terza corsia autostradale.

Cittadini in piazza a Melano fanno sentire la loro voce contro la creazione di un semisvincolo e di una terza corsia autostradale. Leggi tutto »

Aggregazione comuni della Val Mara

Articolo apparso su “l’Informatore” del 28.08.2020

(p.z.) Contenuti, forme di linguaggio utilizzate e futuro del comprensorio fra valle e lago. Non c’è dubbio: il progetto Val Mara crea dibattito. Giovedì sera si è svolto a Rovio l’ultimo dei quattro incontri estivi per la popolazione dei Comuni coinvolti nel percorso verso l’aggregazione. La votazione consultiva si avvicina: avrà luogo il 18 ottobre e gli abitanti sono chiamati non solo ad esprimersi sul progetto ma anche sul nome da dare al nuovo Comune: “Val Mara” o “Basso Ceresio” (cfr. l’Informatore del 7 agosto). Intanto il clima si scalda. Ognuno si costruisce la propria idea. Come quella espressa in maniera eclatante lo scorso 19 agosto su un traliccio della vecchia teleferica del Monte Sighignola. Teleferica che non è mai stata portata a termine. Ebbene, su quel pilone rimasto sul campo dopo la parziale demolizione della struttura mai decollata, è apparso uno striscione che fa riferimento proprio a questa importante scelta cui sono chiamati prossimamente gli abitanti di Arogno, Melano, Maroggia e Rovio. L’insegna (che reca un grande “NO”) è opera di Francesco Sala di Arogno, un alpinista appassionato di territorio. A lui abbiamo chiesto il motivo di questo gesto. “Al di là della volontà di esprimere la mia opinione personale sul progetto, mi premeva invogliare soprattutto i giovani a salire sulla Sighignola e scoprire i vecchi sentieri che a suo tempo percorrevano cacciatori e guardie di confine. Vecchi percorsi che di recente ho avuto modo di risistemare. Anche questo è un modo di far riscoprire e amare il territorio… non c’è solo la via dell’aggregazione!”. Per Francesco il traliccio è un chiaro segno degli errori del passato.

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Un complemento di risposta che conferma quanto già era evidente

E’ arrivato il complemento alla risposta detta “Dal mena via” del Municipio di Arogno del 9 giugno 2020 all’interpellanza del 5 maggio 2020 sul tema della discarica di inerti presentata dal cc Joy Cometta, portavoce del Gruppo “No Discarica” che nella primavera del 2019 ha raccolto 333 firme contro la seconda variante del progetto di discarica a Cassina Marella, pari al 65% dei votanti alle ultime elezioni comunali.
Appare chiaro che l’attuale Municipio non ha alcuna intenzione di attivarsi per la cancellazione del sito di Cassina-Marella dal Piano di Gestione dei Rifiuti del Cantone, ritenendo di non precludere l’eventuale utilizzo in futuro del sito, ora zona agricola pregiata, come discarica di inerti (vedi estratto del verbale della riunione municipale del 9 dicembre 2019, allegato al complemento di risposta. Pagina 2 del pdf).
In pratica: l’attuale Municipio di Arogno ritiene opportuno mantenere il sito di Cassina-Marella dormiente fino alle eventuali e possibili mosse del proprietario che nel 2006 ha acquistato il fondo con pratiche trasversali per farne una discarica. Una prima variante di modifica del Piano Regolatore fu bocciata in referendum dagli arognesi nel 2010, mentre era stata accettata con ampia maggioranza in Consiglio comunale… Nel 2013, all’insaputa della popolazione ed anche dei gruppi politici presenti in Cc, si è avviato il progetto della seconda variante… Quanti dei municipali erano allora al corrente del nuovo progetto?
In futuro, potremmo ritrovarci per la terza volta a dover combattere per tutelare una porzione di territorio pregiato riconosciuto a livello federale e cantonale come zona di valore ambientale e paesaggistico degna di protezione e valorizzazione.
È chiaro che il Municipio in carica, così agendo, tutela interessi particolari a discapito di una comunità che più volte si è espressa negativamente su questo assurdo ed invasivo progetto. Interrogativi sul progetto sono sorti anche fra gli abitanti di Rovio e Melano che si trovano sulle vie di accesso al sito.
E qui riportiamo anche un passaggio della risposta del Municipio all’interpellanza del 5 maggio 2020: “la creazione di una discarica di inerti in località Cassina NON è mai stato un progetto del Municipio di Arogno”.
Ci chiediamo quindi come mai il Municipio manchi di coerenza, oltre a mancare di rispetto ed attenzione per le richieste che con impegno civico e democratico arrivano dai cittadini.
Speriamo che i cittadini alla prossima tornata elettorale se ne ricordino.

Val Mara, Cassina

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Presa di posizione sull’appello al Gran Consiglio “per una mobilità coordinata ed una ricomposizione urbanistica a sud di Lugano. La soluzione alle colonne non è la terza corsia tra Lugano e Mendrisio.”

http://www.aspan-ticino.ch/page.asp?load=553&mode=sub

[pdf-embedder url=”https://valmara.xyz/wp-content/uploads/2020/08/Presadiposizionedel10072020_1820201230.pdf”]

Presa di posizione sull’appello al Gran Consiglio “per una mobilità coordinata ed una ricomposizione urbanistica a sud di Lugano. La soluzione alle colonne non è la terza corsia tra Lugano e Mendrisio.” Leggi tutto »

Autostrada A2 a sud del ponte diga di Melide

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1452295/petizione-a-melano-per-far-chiarezza-sui-progetti-autostradali?fbclid=IwAR2hMdzC708BWA_Uwn5pHtgFSzq2uPZ_ipQfLHRECrcYbogM2j9VbNhew1g

Da “la Regione” del 29.07.2020

Occhio, sono lavori che, se eseguiti, avranno un forte impatto su tutta la regione…

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La risposta dal “mena via”

In attesa della risposta che non sia farlocca o quella del “mena via” all’interpellanza presentata il 5 maggio 2020 dal cc Porta voce No Discarica, Joy Cometta, oggi pubblichiamo sia l’interpellanza che  la risposta municipale del 9 giugno 2020 poi rigettata in consiglio comunale nell’ultima seduta del 17.06.2020, svoltosi a porte chiuse a causa del covid 19. Sempre in quell’occasione è stata riformulata la domanda : “Perché il Municipio non vuole stralciare il sito di Cassina-Marella dal PGR?”.

I cittadini arognesi sono tutt’ora in attesa di una risposta che soddisfi i requisiti di legge : “5 Il Municipio nelle risposte alle interpellanze si attiene ad una comunicazione trasparente: esso informa in modo proporzionato, oggettivo e completo, distinguendo chiaramente fra dati e valutazioni, indicando le fonti, senza tralasciare elementi essenziali o tacere aspetti negativi. Qualora una disposizione di legge o un interesse pubblico superiore gli impediscano di rispondere a determinate domande, il Municipio indica espressamente l’esistenza di tale impedimento.[96] (Art. 66 Legge organica comunale: https://m3.ti.ch/CAN/RLeggi/public/index.php/raccolta-leggi/legge/num/65).

Inoltre, una discarica a Cassina Marella è portatrice di molteplici conflitti, come più volte ripetuto, sia a livello federale che cantonale e regionale, per quanto riguarda le leggi. E’ discordante con la vocazione  turistica  che il progetto di aggregazione dei comuni della Val Mara accorda a questo territorio ed è irrispettosa di tutta la comunità vallerana e dell’ambiente, soprattutto oggi in piena crisi ambientale climatica che richiede una presa di coscienza a tutti i livelli.

Ricordiamo ai municipali e al sindaco che la cancellazione della discarica a Cassina-Marella è stata chiesta da 333 cittadini arognesi dopo che era già stata bocciata in referendum nel 2010.

L’ostinazione di cui ancora una volta dà prova il municipio nel non voler attivarsi nella cancellazione del sito dal PGR ci fa capire che forse è giunta l’ora di voltare pagina al più presto con questa amministrazione ed eleggerne una più sensibile alle tematiche dello sviluppo sostenibile del territorio ed in sintonia con indirizzi pianificatori aggiornati.

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Progetto Val Mara

Pubblichiamo l’articolo apparso su “la Regione” il 10. 07.2020 che potete anche leggere sul quotidiano collegandovi a questo link:

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1448720/una-grande-opportunita-per-la-val-mara

‘Una grande opportunità per la Val Mara’

I sindaci di Maroggia e Rovio sulla campagna per l’aggregazione nel Basso Ceresio: occhio al sito web

di Leonardo Terzi

Hanno avuto l’effetto di un sasso lanciato… nel lago le uscite dei Plr di Maroggia e dell’Alleanza Lega-Udc-Ppd, ostili al progetto aggregativo dei quattro comuni  del Basso Ceresio (cfr. laRegione di giovedì). Digerita la rinuncia di Bissone, il progetto di unone fra Maroggia, Melano, Rovio e Arogno sembrava procedere senza particolari ostacoli; ma ora la campagna è lanciata in vista della votazione consultiva del 18 ottobre. È dunque il turno dei promotori di questo progetto, in particolare il sindaco di Rovio e presidente della Commissione studio aggregativo Riccardo Costantini, e del sindaco di Maroggia Jean-Claude Binaghi a far sentire la loro voce per promuovere, dicono «una informazione corretta». Reperibile, puntualizzano, soprattutto sul sito www.progettovalmara.ch. Ci saranno pure altre serate informative, la prossima il 23 luglio al Lido di Maroggia.PUBBLICITÀ

La prima obiezione degli oppositori riguarda un argomento dalla forte presa: il moltiplicatore d’imposta. «Anzitutto – osserva Binaghi – lo scopo del progetto non è quello di spendere meno, ma aumentare l’efficienza e dare ancora maggiori servizi alla popolazione.  In particolare alle famiglie con bambini e agli anziani, oltre che a livello di gestione territoriale con i progetti che abbiamo in ballo. Bisogna andare a leggere bene lo studio. Per esempio sul punto riguardante gli sportelli del Comune, che a Maroggia e Melano saranno aperti tutta la settimana, mentre a Rovio e Arogno per quanto riguarda gli orari bisognerà capire quale sarà l’esigenza effettiva della popolazione. Il servizio in realtà viene migliorato rispetto ad oggi, perché ogni cittadino potrà fare capo indifferentemente a uno qualsiasi dei quattro uffici. A Melano ci sarà l’amministrazione generale, ma nello studio abbiamo dislocato i servizi secondo una logica. Ad esempio se una parte dell’Ufficio tecnico sarà ad Arogno, è perché Arogno ha il territorio più vasto, ha molti chilometri di strade e se nevica, nevica prima ad Arogno… Inoltre vogliamo professionalizzare maggiormente le risorse; oggi i segretari comunali sono obbligati a fare i tuttologi, vorremmo migliorare anche i servizi in questo campo. In merito alle scuole, Maroggia è l’unico comune che… le ha già perse, avendo solo una sezione dell’asilo. Sarà il tempo a dire cosa e dove sarà necessario, ma già già oggi abbiamo una direzione scolastica unica».

E il moltiplicatore? «Se ottimizziamo e diamo più servizi, il cittadino è anche disposto a pagarne, ma bisogna spiegare una cosa importante. Coi dati che abbiamo in mano arriviamo ad un moltiplicatore dell’85% al massimo, con degli investimenti, compresi quelli già previsti dai singoli comuni, per oltre tre milioni di franchi all’anno. Noi abbiamo la forza per spendere 32,5 milioni di franchi in una decina d’anni. Chiaramente saranno tutte opere che andranno votate dal Consiglio comunale” dice sempre Binaghi. Cui fa eco Costantini: «Stiamo lavorando sulla carta,sarà il nuovo Comune a stabilire la politica finanziaria».

Feed back positivi

Costantini non avverte un clima di ostilità al progetto. «Siamo sempre stato aperti al dialogo, è giusto che ci siano critiche, però non mi risulta che vi siano più critici che favorevoli. In gennaio i Consigli comunali hanno votato (nettamente ndr) a favore e dalle serate pubbliche  abbiamo ricevuto dei buoni feed-back».

Circa la tempistica del voto, obiettano Costantini e Binaghi, è quella prevista dalla legge e decisa dal Consiglio di Stato. Binaghi: «Noi siamo sereni perché ci crediamo, è un’occasione unica per la nostra comunità, possiamo veramente aumentare la nostra progettualita sull’intero comprensorio, che è un territorio fantastico tra lago e monti». Costantini aggiunge: «andiamo così d’accordo che già oggi su molte cose lavoriamo come se fossimo un unico Comune. C’è qualcuno che vuole vedere litigi inesistenti».

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Il Monte San Giorgio

“Il nuovo Comune di Val Mara? ‘Nessun vantaggio reale’”

Pubblichiamo l’articolo apparso sula Regione” il 09. 07.2020

https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1448270/il-nuovo-comune-di-val-mara-nessun-vantaggio-reale?fbclid=IwAR01HpIEUreK2JDEkEVPJntj-GQfGkxlxUrO3f9zqVty1O5nQj905TlqcGU

Il nuovo Comune di Val Mara? ‘Nessun vantaggio reale’

Dopo l’addio al progetto aggregativo di Bissone e il voto fissato al 18 ottobre, si fanno largo a Maroggia e Rovio altre voci contrarie o quantomeno perplesse.

di Cristina Ferrari

Una cordata a quattro, che si fa traballante dopo che ai blocchi di partenza si erano portati in cinque. L’aggregazione del nuovo Comune di Val Mara si fa, infatti, in salita, come le irte strade che da Maroggia e Melano salgono ad Arogno e Rovio. Voci sempre più forti e organizzate fanno sapere che all’orizzonte, per i quattro paesi del Basso Ceresio, saran più contro che pro. «La fusione? – rispondono ai nostri interrogativi gli esponenti del comitato sezionale del Plr di Maroggia – Non avremo alcun vantaggio reale. Anche i dipendenti comunali rimarranno tali, quindi non vi sarà, come si dice, una diminuzione dei costi rispetto allo stato attuale. Non ci convince poi la suddivisione degli uffici comunali. A Maroggia è previsto uno sportello per la Cancelleria ‘multifunzionale’ e l’Ufficio tecnico ed edilizia privata, ma non sappiamo con quali orari. A Melano peraltro andrà la sede amministrativa e per i nostri anziani potrebbe risultare scomodo». A preoccupare il gruppo, che si dice giovane e che contrasta la ‘scusa’ della difficoltà di reclutare candidati per la politica locale, sono soprattutto i futuri progetti di Val Mara che comporterebbero investimenti di oltre 30 milioni di franchi: «Con il pericolo, fin dall’inizio, di minare la salute finanziaria del nuovo comune».

Il rischio di una Maroggia… cenerentola

Del resto, secondo i liberali radicali di Maroggia, molti sono i temi ancora da risolvere: «Considerato che vogliono mantenere operative tutte le sedi scolastiche, ci chiediamo se vi siano abbastanza studenti per giustificare tale scelta e minimizzare i costi». Maroggia, poi, si vedrà ‘spodestato’: «Avendo meno abitanti diventerà ‘periferia’ del nuovo comune e Melano il centro». Il risultato? «I servizi al paese perderanno di efficienza perché ‘quartiere’ meno importante. Già con Melano non condividiamo la scelta dello svincolo autostradale che loro vogliono a Maroggia e noi no… Non solo, rischiamo di non avere neanche un municipale nell’esecutivo che sarà composto da sette membri».

Sulla bilancia, per il comitato sezionale Plr di Maroggia, a pesare è dunque il piatto degli svantaggi anziché dei benefici: «Se non siamo contrari di principio all’aggregazione, lo siamo in questa forma. Per questo come comitato voteremo in blocco no al progetto, lasciando comunque libertà di scelta ai cittadini simpatizzanti liberali. Non possiamo non dire che l’uscita di Bissone ha cambiato le carte in tavola… Senza Bissone si farà fatica a mantenere all’85% il moltiplicatore».

Per Rovio ‘un unilaterale arbitrio’

Numeri che, dunque, parlano. Come i punti, ben quattro, messi nero su bianco dall‘Alleanza democratica-Lega-Udc-Ppd e indipendenti di Rovio in una lettera inviata alla Commissione di studio dell’aggregazione dei comuni in vista della votazione consultiva del 18 ottobre prossimo. «Riteniamo che in tempi di covid sia impossibile garantire che la popolazione possa farsi la giusta e corretta opinione in merito a un progetto così importante in così poco tempo – si legge nella missiva fra cui figura quale firmatario il nuovo municipale Giorgio Falconi –. Inoltre, non conosciamo l’orizzonte temporale per l’entrata effettiva in vigore della fusione: si parla del 2024? È corretto? Qualcosa non quadra: le elezioni comunali sono state posticipate di un anno a seguito del covid e l’aggregazione deve essere votata sei mesi prima di tale votazione? Di nuovo: tale tempistica non garantisce una corretta e libera formulazione nell’opinione pubblica dell’opportunità o meno di votare per una fusione. Tale diritto è di fondamento costituzionale e la tempistica di cui sopra risulta arbitraria e irresponsabile». Secondo l’Alleanza la fusione dei Comuni della Val Mara «non è una fusione necessaria bensì di opportunità (così come più volte ricordato alle serate pubbliche): per questo motivo se l’orizzonte temporale è il 2024, la votazione è da tenersi non prima del 2023. Fra l’altro, e per logica, prima si decide l’entrata in vigore a seconda delle possibilità delle varie amministrazioni comunali (già di per sé oberate di lavoro) e poi si decide la votazione consultiva. Il contrario rappresenta puro unilaterale arbitrio e forza di prevaricazione del più forte».

C’è poi un aspetto che l’Alleanza ha voluto ricordare e porre quale ostacolo al progetto: «Rovio ha in sospeso alcune tematiche dai risvolti politici e finanziari non indifferenti: da una parte un Piano generale di smaltimento delle acque concluso per poco più del 50% (mancano ancor lotti per più del 40% delle opere previste) e dall’altra una richiesta legale per presunti errori di pianificazione per svariati milioni (si parla di poco meno di una decina di milioni). Di tali potenziali rischi non abbiamo mai visto alcuna menzione nei rapporti ufficiali nonostante queste questioni siano state discusse più volte in Consiglio comunale. Non sappiamo nemmeno se gli altri comuni abbiano rischi simili». Da qui la richiesta «di introdurre nei rapporti ufficiali, prudenzialmente, anche tutti i rischi legali, finanziari e di qualsiasi altra natura superiori a un valore prudenziale di 50mila franchi, che sia chiaramente definito l’orizzonte di eventuale entrata in vigore della fusione di opportunità (anno e mese) e che sia immediatamente abbandonata l’idea di votare in tempi di covid nell’anno in corso. Siamo favorevoli a una aggregazione che permetta di razionalizzare le risorse, non invece a una fusione all’insegna del “tassa e spendi”». 

Bissone? Per gli Enti locali ‘un falso positivo’

Ma cosa risponde la Sezione degli enti locali a questi… appunti? «È chiaro che in ogni progetto di aggregazione ci sono favorevoli e contrari, se questi ultimi poi prendono forma – annota il responsabile, Marzio Della Santa – e si manifestano trovo che sia un bene per il dibattito pubblico così che ogni cittadino possa farsi un’idea e arrivare al voto in piena consapevolezza. Credo poi che ogni fronte abbia argomenti più o meno consistenti, e molti va detto possono valere per qualsiasi altro comune. Invece vorrei portare l’attenzione sull’opportunità di questa aggregazione che, aldilà di interessi personali o di gruppo divergenti, per la comunità è indubbio che vi siano molti aspetti positivi. Non nascondo che in tutte le aggregazioni ci sono degli svantaggi ma non sono solitamente quelli esposti dai contrari».

E Bissone? «Bissone non ha alcun impatto, era un falso positivo – evidenzia il caposezione –. Nel senso che è in una situazione finanziaria apparentemente agiata ma in termini di investimenti sono in ritardo, quindi il giorno che avranno realizzato le opere previste la situazione finanziaria sarà sostanzialmente equivalente a quella degli altri comuni».

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Campagna elettorale

Quattro su cinque dei municipali uscenti di Arogno si ripresentano. Ricordiamo che l’attuale municipio ha sostenuto, contro la volontà popolare espressa in referendum nel 2010, la discarica privata di rifiuti edili a Cassina-Marella (dove il cantone già ha inventariato due siti inquinati- vedi le foto di uno dei due siti). Ricordiamo anche che la discarica è in contrasto con gli indirizzi pianificatori cantonali e federali (vedi Piano Direttore Cantonale e l’Inventario federale dei paesaggi protetti IFP).

E’ con sorpresa  che leggiamo sul volantino del PLR della Sezione Arogno – Pugerna che: “SONO TORNATI… quelli che della presunta discarica  se ne sono fatta una ragione, fornendo una voluta campagna di disinformazione senza replica, adducendo poi presunti favori al privato.”

Signori, di cosa  state parlando? Aspettavamo repliche qualificate che non sono mai arrivate. Per quanto ci riguarda, carta canta (vedi la documentazione che più volte abbiamo condiviso anche su questa pagina).  

Dubitiamo anche che non tutti i candidati della lista PLR condividano alcuni contenuti presenti sul volantino indirizzati a tutte le elettrici e a tutti gli elettori di Arogno.

Sito inquinato ad Arogno, zona Cassina Marella. Deposito rifiuti edili, rifiuti solidi urbani e ingombranti (volume approssimativo: 300 m3). https://www.oasi.ti.ch/web/catasti/siti-inquinati.html

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Instruction at home – Home education by our team will help child

Learning at home – Home education by us will benefit child

Advantages of Homeschool Education

Homeschooling is a growing trend that many families are choosing for their children. It allows for customized learning experiences tailored to your child’s unique needs. Homeschooling can foster a love of learning and encourage children to explore their interests. By teaching your child at home, you can ensure they learn in a safe and nurturing environment.

Creating a Homeschool Curriculum

When homeschooling, developing a homeschool curriculum lets you cater to your child’s specific learning needs. By including experiential learning, educational outings, and practical applications in the curriculum, you can make learning more engaging. taking a well-rounded educational approach can help your child develop critical thinking skills and practical knowledge.

Socialization in Homeschooling

One common concern about homeschooling is the potential lack of socialization. Contrary to popular belief, homeschooled students can build social skills by participating in group activities, clubs, and local events. Moreover, homeschooling offers the chance for closer relationships with family members and adults, enhancing social skills. Proactive efforts to engage in social activities can help homeschooled children develop vital social skills.

Resources and Communities for Home Educators

Parents embarking on the homeschooling path can access a wide range of resources to guide them through the process. From online forums to local meetups, there are many ways for parents to connect with other homeschooling families. Furthermore, curriculum providers and homeschooling groups offer a wealth of resources and activities to enrich your child’s learning experience. With the right support and resources, parents can feel confident in their ability to provide a quality education for their children at home.

https://telegra.ph/Exploring-Accredited-Online-School-Programs-for-K-12-Students-in-Texas-12-10

Benefits of Homeschooling

More and more families are choosing homeschooling for its numerous advantages. Flexibility is a major perk of homeschooling. Parents can tailor the curriculum to suit their child’s needs.

Choosing the Right Curriculum

When it comes to homeschooling, choosing the right curriculum is crucial for your child’s education. There are many options available, from online programs to traditional textbooks. It’s important to consider your child’s learning style and interests when selecting a curriculum.

Creating a Learning Environment

Establishing a conducive learning environment is essential for successful homeschooling. Set aside a dedicated space for learning in your home. Ensure that the learning environment is free from distractions.

Engaging in Social Activities

While homeschooling offers many benefits, it’s important to ensure that your child has social interactions as well. Enrolling in extracurricular programs and homeschool co-ops can offer socialization opportunities. Encourage your child to interact with peers through playdates, sports, or community events.

Title: The Benefits of Homeschooling

Introduction

Homeschooling has gained popularity in recent years as an alternative to traditional schooling. More and more parents are choosing to educate their children at home. Homeschooling provides a variety of benefits.

Flexibility and Individualized Learning

One of the key advantages of homeschooling is the flexibility it offers. Families have the freedom to customize the educational program to meet the needs of each individual child. This individualized instruction can lead to better academic outcomes.

Strong Family Bonds

Homeschooling can also strengthen family relationships. Engaging in educational activities as a family can enhance relationships. The homeschool environment allows for the transmission of family values.

Socialization and Community Involvement

Contrary to popular belief, homeschooling does not isolate children from social interactions. Homeschooled children often participate in co-ops, sports teams, and other extracurricular activities. Community involvement provides homeschooled children with socialization opportunities.

In conclusion, homeschooling offers a unique educational experience that can benefit both parents and children. Homeschooling provides a range of advantages, including personalized instruction, family cohesion, and social engagement.

What is homeschooling and how does it work

Homeschooling is a form of education where children learn at home, typically under the supervision of their parents or tutors. Many parents are opting for homeschooling due to its many benefits and advantages.

Homeschooling offers flexibility in terms of curriculum, allowing parents to focus on areas where their child may need more help or enrichment. This personalized approach can lead to better academic outcomes and a deeper love of learning.

One of the perks of homeschooling is the increased family closeness and shared experiences. Parents can also instill their values and beliefs in their children through homeschooling.

Despite the challenges, many families find that the benefits of homeschooling far surpass any drawbacks. By seeking guidance and utilizing available resources, homeschooling can be a rewarding experience.

How to get started with homeschooling

The first step in homeschooling is to research your state’s homeschooling laws and requirements. Some states require parents to formally withdraw their child from public school and submit an educational plan for approval.

Selecting a curriculum that matches your child’s learning style and interests is crucial to a successful homeschooling experience. Explore different curriculum options to find the best fit for your child’s needs and preferences.

It is important to create a designated learning space in your home where your child can focus and learn. Make sure to establish a daily routine and schedule to provide structure and consistency.

Connect with other homeschooling parents and educators to exchange ideas and get advice. Flexibility is key in homeschooling, so don’t be afraid to make changes as needed.

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Instruction at house – Teaching at home by our experts will the child

Education at our place – Teaching at home by our experts will your child

Pros of Teaching Your Child at Home

Homeschooling is a growing trend that many families are choosing for their children. One of the main benefits of homeschooling is the ability to tailor education to fit your child’s individual learning style. This flexibility can lead to improved academic performance and a deeper love of learning. Additionally, homeschooling provides a safe and comfortable learning environment free from bullying and other negative influences.

Creating a Homeschool Curriculum

When homeschooling, you have the opportunity to create a curriculum that aligns with your child’s interests and abilities. Integrating hands-on activities, educational excursions, and real-life examples into the curriculum can enhance your child’s understanding of the material. This holistic approach to education can result in a well-rounded child who is prepared for the future.

Fostering Social Connections Outside of Traditional School

One common concern about homeschooling is the potential lack of socialization. Contrary to popular belief, homeschooled students can build social skills by participating in group activities, clubs, and local events. Homeschooling also allows for more meaningful interactions and stronger relationships with family members and adults. Proactive efforts to engage in social activities can help homeschooled children develop vital social skills.

Assistance for Parents Teaching Their Children at Home

Parents embarking on the homeschooling path can access a wide range of resources to guide them through the process. From online forums to local meetups, there are many ways for parents to connect with other homeschooling families. Curriculum suppliers and homeschooling cooperatives provide structured learning opportunities to complement your child’s education. With the right support and resources, parents can feel confident in their ability to provide a quality education for their children at home.

https://telegra.ph/Exploring-Accredited-Online-School-Programs-for-K-12-Students-in-Texas-12-10

Benefits of Homeschooling

Homeschooling is a growing trend that offers many benefits to families. One of the main advantages of homeschooling is the flexibility it provides. The curriculum can be customized to meet the child’s individual needs.

Choosing the Right Curriculum

Selecting the appropriate curriculum is essential for the success of your homeschooling journey. You can choose from a variety of resources, including online programs and textbooks. When choosing a curriculum, consider your child’s interests and how they learn best.

Creating a Learning Environment

Creating the right learning environment is key to the success of homeschooling. Set aside a dedicated space for learning in your home. Ensure that the learning environment is free from distractions.

Engaging in Social Activities

Engaging in social activities is crucial for homeschooled children. Enrolling in extracurricular programs and homeschool co-ops can offer socialization opportunities. Support your child in building social connections through playdates, sports, and community involvement.

Title: The Benefits of Homeschooling

Introduction

Homeschooling has gained popularity in recent years as an alternative to traditional schooling. The trend of homeschooling is on the rise. Homeschooling provides a variety of benefits.

Flexibility and Individualized Learning

One of the key advantages of homeschooling is the flexibility it offers. Homeschooling allows for a personalized approach to learning. This individualized instruction can lead to better academic outcomes.

Strong Family Bonds

Homeschooling can also strengthen family relationships. Engaging in educational activities as a family can enhance relationships. Families can prioritize shared values and beliefs in the educational process.

Socialization and Community Involvement

Contrary to popular belief, homeschooling does not isolate children from social interactions. Many homeschooling families are actively involved in community organizations and events. Community involvement provides homeschooled children with socialization opportunities.

In conclusion, homeschooling offers a unique educational experience that can benefit both parents and children. The benefits of homeschooling, such as customized learning, family closeness, and social interactions, contribute to its growing popularity.

A comprehensive guide to homeschooling

Homeschooling is an alternative to traditional schooling where children are taught at home by their parents or private tutors. Many parents are opting for homeschooling due to its many benefits and advantages.

Homeschooling offers flexibility in terms of curriculum, allowing parents to focus on areas where their child may need more help or enrichment. Customizing the learning experience can result in improved academic performance and enhanced motivation.

Another advantage of homeschooling is the opportunity for more meaningful family time and bonding. Parents can also instill their values and beliefs in their children through homeschooling.

Although homeschooling can be challenging, the rewards are often worth the effort. With the right support and resources, homeschooling can be a fulfilling and successful educational option.

A step-by-step guide to starting homeschooling

Before you begin homeschooling, it is important to familiarize yourself with the legal regulations and guidelines in your state. You may need to notify your local school district of your intent to homeschool and submit any required paperwork.

Consider your child’s learning preferences and educational objectives when choosing a curriculum. There are many options available, including online programs, textbooks, and hands-on materials.

Designate a quiet and comfortable space in your home for learning activities. Creating a daily schedule can help your child establish a routine and stay on track with their learning goals.

Connect with other homeschooling parents and educators to exchange ideas and get advice. Flexibility is key in homeschooling, so don’t be afraid to make changes as needed.

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Advantages of Homeschool Education

Homeschooling is a growing trend that many families are choosing for their children. With homeschooling, you can create a personalized learning plan for your child. This flexibility can lead to improved academic performance and a deeper love of learning. By teaching your child at home, you can ensure they learn in a safe and nurturing environment.

Developing Your Child’s Educational Plan

When homeschooling, developing a homeschool curriculum lets you cater to your child’s specific learning needs. Integrating hands-on activities, educational excursions, and real-life examples into the curriculum can enhance your child’s understanding of the material. taking a well-rounded educational approach can help your child develop critical thinking skills and practical knowledge.

Socialization in Homeschooling

One common concern about homeschooling is the potential lack of socialization. However, homeschooled children have numerous opportunities to socialize with peers through co-op classes, extracurricular activities, and community events. Moreover, homeschooling offers the chance for closer relationships with family members and adults, enhancing social skills. By actively seeking out social opportunities, homeschooling families can ensure their children have a well-rounded social life.

Assistance for Parents Teaching Their Children at Home

Parents embarking on the homeschooling path can access a wide range of resources to guide them through the process. Online forums, local support groups, and educational websites can provide valuable information and advice. Additionally, curriculum providers and homeschooling co-ops offer structured programs and activities to supplement your child’s education. Equipped with the necessary tools and assistance, parents can successfully educate their children at home.

https://telegra.ph/Exploring-Accredited-Online-School-Programs-for-K-12-Students-in-Texas-12-10

Benefits of Homeschooling

More and more families are choosing homeschooling for its numerous advantages. One of the main advantages of homeschooling is the flexibility it provides. The homeschooling curriculum is adaptable to each child.

Choosing the Right Curriculum

Picking the right curriculum is a key decision in homeschooling. You can choose from a variety of resources, including online programs and textbooks. When choosing a curriculum, consider your child’s interests and how they learn best.

Creating a Learning Environment

Establishing a conducive learning environment is essential for successful homeschooling. Create a designated learning space in your house. Ensure that the learning environment is free from distractions.

Engaging in Social Activities

Social activities are essential for the overall development of homeschooled children. Joining homeschool co-ops or extracurricular activities can provide opportunities for socialization. Support your child in building social connections through playdates, sports, and community involvement.

Title: The Benefits of Homeschooling

Introduction

Homeschooling has gained popularity in recent years as an alternative to traditional schooling. More and more parents are choosing to educate their children at home. There are many benefits to this educational approach.

Flexibility and Individualized Learning

One of the key advantages of homeschooling is the flexibility it offers. Homeschooling allows for a personalized approach to learning. Tailoring the curriculum can enhance a child’s educational experience.

Strong Family Bonds

Homeschooling can also strengthen family relationships. Homeschooling provides opportunities for quality family time. Families can prioritize shared values and beliefs in the educational process.

Socialization and Community Involvement

Contrary to popular belief, homeschooling does not isolate children from social interactions. Many homeschooling families are actively involved in community organizations and events. Community involvement provides homeschooled children with socialization opportunities.

In conclusion, homeschooling offers a unique educational experience that can benefit both parents and children. The flexibility, individualized learning, strong family bonds, and socialization opportunities make homeschooling a valuable option for many families.

All you need to know about homeschooling

Homeschooling is an alternative to traditional schooling where children are taught at home by their parents or private tutors. Many parents are opting for homeschooling due to its many benefits and advantages.

Homeschooling offers flexibility in terms of curriculum, allowing parents to focus on areas where their child may need more help or enrichment. This personalized approach can lead to better academic outcomes and a deeper love of learning.

One of the perks of homeschooling is the increased family closeness and shared experiences. Families can prioritize their cultural and religious beliefs in the homeschooling curriculum.

Despite the challenges, many families find that the benefits of homeschooling far surpass any drawbacks. By seeking guidance and utilizing available resources, homeschooling can be a rewarding experience.

A step-by-step guide to starting homeschooling

Start by understanding the legalities and regulations surrounding homeschooling in your state. Familiarize yourself with any paperwork or notifications that need to be submitted to comply with homeschooling regulations.

Consider your child’s learning preferences and educational objectives when choosing a curriculum. Explore different curriculum options to find the best fit for your child’s needs and preferences.

Designate a quiet and comfortable space in your home for learning activities. Make sure to establish a daily routine and schedule to provide structure and consistency.

Joining a homeschooling co-op or support group can provide valuable resources and social opportunities for your child. Be open to adapting your homeschooling approach based on your child’s progress and feedback.

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